Molti fedeli d’oggi che desiderano amare e servire il Signore, si
trovano nello stato di condanna. Io personalmente ho avuto una buona
fetta di condanna, fino al momento in cui Dio mi ha aperto gli occhi
sulle verità semplici che pensavo di conoscere. Questo messaggio
mira ad incoraggiare quei santi che si trovano nella fossa della
condanna.
Molti Cristiani d’oggi cadono ancora nella condanna, semplicemente
perché non hanno ancora capito il significato della Grazia
illimitata nel sangue di Gesù, e non capiscono neppure il mistero
della croce. Come tanti altri, ho sofferto per molti anni a causa
della forza della condanna. Tutti quelli che mi circondavano
vedevano in me, la parola e la volontà di servire Dio. Ma in realtà,
vedevano in me un fedele inconsistente. Poiché in un momento mi
“caricavo” della parola e dichiaravo il nome del Signore, e in un
altro mi comportavo nel modo opposto.
Ho provato tanto dolore e imbarazzo,
mentre cercavo di farmi accettare da Dio. Ero diventato uno sciocco
agli occhi uomini, fino al momento in cui Dio ha aperto i miei occhi
alla semplice verità. Conosco molti altri fratelli che hanno udito
il messaggio del Regno molti anni fa, e che oggi sono ridotti alla
rovina. Vanno in giro sulla terra cercando la pace e la vittoria, e
però continuano ad esserne delusi. Quella verità è che l’Agnello di
Dio è stato sacrificato una volta per tutte. Dio mi ha già
giustificato e accettato tra i suoi eletti. Dio non guarda quelle
cose che consideriamo peccati, ma vede il sangue di Gesù che parla
delle buone cose verso Dio, cose di misericordia, amore che mi
porterà ad una fine nella pace e perfezione davanti a Dio.
Ebrei 12:22
Voi vi siete invece avvicinati al monte Sion, alla città del Dio
vivente, la Gerusalemme celeste, alla festante riunione delle
miriadi angeliche, 23 all'assemblea dei primogeniti che sono scritti
nei cieli, a Dio, il giudice di tutti, agli spiriti dei giusti resi
perfetti, 24 a Gesù, il mediatore del nuovo patto e al sangue
dell'aspersione che parla meglio del sangue d'Abele.
Il sangue di Abele e tutti quei
profeti uccisi in questo mondo, grida vendetta e giustizia contro
coloro che li hanno uccisi. Questo mondo li ha uccisi, e noi
facciamo parte di esso. In Cristo troviamo un nuovo tipo di sangue
che supera quello vecchio. Il sangue di Gesù supplica e chiede
perdono per il mondo. Una delle ultime frasi di Gesù prima di
morire, fu “Padre perdona Loro, perché non sanno quello che fanno”.
Sappiamo che il Padre ascolta tutto ciò che il Figlio chiede, e ciò
vuol dire che siamo eternamente perdonati.
Questo sacrificio eterno (il sangue
di Gesù) ci copre in modo che Dio non guardi più le cose che
consideriamo peccati. Egli ci vede solo come dei figli adottati nel
Regno dell'unigenito Figlio, e ciò significa che ci ama con la
stessa intensità con cui amava Gesù. Dobbiamo solo accettare di
essere salvati dalla Grazia in Gesù Cristo, e non in funzione delle
nostre opere di giustizia. La nostra salvezza è un dono gratuito.
Romani 3:20 perché mediante le opere della legge nessuno sarà
giustificato davanti a lui; infatti la legge dà soltanto la
conoscenza del peccato. 21 Ora però, indipendentemente dalla legge,
è stata manifestata la giustizia di Dio, della quale danno
testimonianza la legge e i profeti: 22 vale a dire la giustizia di
Dio mediante la fede in Gesù Cristo, per tutti coloro che credono -
infatti non c'è distinzione: 23 tutti hanno peccato e sono privi
della gloria di Dio -24 ma sono giustificati gratuitamente per la
sua grazia, mediante la redenzione che è in Cristo Gesù. 25 Dio lo
ha prestabilito come sacrificio propiziatorio mediante la fede nel
suo sangue, per dimostrare la sua giustizia, avendo usato tolleranza
verso i peccati commessi in passato,
Vediamo alcuni versetti che dicono
che siamo stati giustificati gratuitamente, e Dio ora ci ama per
quello che siamo. Non dobbiamo permettere che la condanna ci domini,
quando inciampiamo nelle cose considerate peccati. Dobbiamo solo
ricordare il sangue, e andare avanti.
I nostri peccati sono coperti in
Gesù, e Dio ci considera giusti, quando crediamo nel sacrificio di
Suo Figlio. Il nuovo e l’unico peccato che esiste è non credere
nella Grazia che sta nel sangue di Gesù. Ero abituato ad inciampare
per mesi, e questo mi procurava la depressione, perché pensavo che
Dio mi avesse abbandonato. Trovavo la delusione in me stesso, per
aver fatto le cose contrarie all’amore di Dio. Ma Dio mi ha detto,
“Figliolo, ti amo come sei”. “Nulla può separarmi dal mio amore per
te”
Romani 8:38 Infatti sono persuaso che né morte, né vita, né angeli,
né principati, né cose presenti, né cose future, 39 né potenze, né
altezza, né profondità, né alcun'altra creatura potranno separarci
dall'amore di Dio che è in Cristo Gesù, nostro Signore.
Siamo giusti e siamo dei figli di Dio, non perché andiamo in chiesa
o perché ci copriamo la testa, oppure perché diamo l'elemosina ai
poveri o paghiamo per le chiese. Siamo dei giusti perché Cristo è
morto al nostro posto, e ci ha dato il diritto all’amore di Dio.
Romani 4:6-8
Così pure Davide proclama la beatitudine dell'uomo al quale Dio
mette in conto la giustizia senza opere, dicendo: 7 "Beati quelli le
cui iniquità sono perdonate e i cui peccati sono coperti. 8 Beato
l'uomo al quale il Signore non addebita affatto il peccato".
Si, beati sono quelli che
scoprono il segreto della giustizia senza opere, e rimangono sempre
protetti dalla Grazia di Dio. Quelli che trovano questo segreto, non
possono più soffrire la condanna; nessun uomo né concetti religiosi
sarebbero in grado di rubare la gioia e vittoria in Dio, Egli andrà
di Gloria in Gloria. Dobbiamo capire che i pensieri di Dio sono
molto più alti dei pensieri degli uomini; il Suo amore è infinito e
non può essere esaurito dall'uomo. Nella loro mente, gli uomini
hanno ricreato Dio in un'immagine umana, non sapendo che Egli è
amore e non muta mai, in Lui non esiste una traccia di tenebre. Il
desiderio di Dio è di darci il Suo Regno, fino a vivere in pace e
vittoria in ogni cosa.
Se continuiamo a vivere
nella condanna, spiritualmente siamo come i ciechi, perché non
conosciamo il vero Dio e la salvezza a nostra disposizione. In
Romani Capitolo Cinque, dal quinto al sedicesimo verso, Paolo ha
spiegato che con Adamo, abbiamo tutti ereditato il peccato, la legge
e la morte, e la morte regnò fino alla dispensa di Mosè che
rappresenta la legge, però il dono di Dio è la Grazia tramite il
sangue dell'unigenito Figlio. Tale Grazia è ciò che funge da
garanzia, per la nostra nostra perfezione in Cristo.
Romani 5:8-16 Dio invece mostra la grandezza del proprio amore per
noi in questo: che, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto
per noi. 9 Tanto più dunque, essendo ora giustificati per il suo
sangue, saremo per mezzo di lui salvati dall'ira. 10 Se infatti,
mentre eravamo nemici, siamo stati riconciliati con Dio mediante la
morte del Figlio suo, tanto più ora, che siamo riconciliati, saremo
salvati mediante la sua vita. 11 Non solo, ma ci gloriamo anche in
Dio per mezzo del nostro Signore Gesù Cristo, mediante il quale
abbiamo ora ottenuto la riconciliazione. 12 Perciò, come per mezzo
di un solo uomo il peccato è entrato nel mondo, e per mezzo del
peccato la morte, e così la morte è passata su tutti gli uomini,
perché tutti hanno peccato. 13 Poiché, fino alla legge, il peccato
era nel mondo, ma il peccato non è imputato quando non c'è legge.
14 Eppure, la morte regnò, da Adamo fino a Mosè, anche su quelli
che non avevano peccato con una trasgressione simile a quella di
Adamo, il quale è figura di colui che doveva venire. 15 Però, la
grazia non è come la trasgressione. Perché se per la trasgressione
di uno solo, molti sono morti, a maggior ragione la grazia di Dio e
il dono della grazia proveniente da un solo uomo, Gesù Cristo, sono
stati riversati abbondantemente su molti. 16 Riguardo al dono non
avviene quello che è avvenuto nel caso dell'uno che ha peccato;
perché dopo una sola trasgressione il giudizio è diventato condanna,
mentre il dono diventa giustificazione dopo molte trasgressioni.
Eravamo tutti contaminati e infettati dal senso di essere peccatori
in Adamo e avevamo pensieri negativi sul Padre, lo giudicavamo come
un nemico lontano da noi, e sempre pronto a colpire e punire. Tanti
oggi non riescono ad avvicinare il Padre Celeste, perché non si
sentono abbastanza degni. Per colpa del fatto di sentirsi peccatori,
gli uomini chiedono e non ricevono da Dio, alcuni cercano un uomo o
un religioso che serve da intermediario fra loro e Dio, dato che non
si sentono degni di avvicinarlo. Ma la luce sta brillando adesso,
siamo già giustificati davanti a Dio eternamente, Egli non imputa
agli uomini la loro colpa, ed è tra di noi oggi per abbracciarci
come un padre che abbraccia suo figlio.
2Corinzi 5:19 Infatti Dio era in Cristo nel riconciliare con sé il
mondo, non imputando agli uomini le loro colpe, e ha messo in noi la
parola della riconciliazione.
Ciò che serve è conoscere
il dono di Dio e confessarlo, non importa come ci si senta con se
stessi, ciò che conta è quello che Egli pensa di noi. Non importa se
si fumino sigarette o si abbiano problemi con delle cattive
abitudini, non importa se si è omosessuale o un ladro basta
riconoscere il dono di Dio e confessarlo.
Quando ci confessiamo a Gesù come al Signore, una nuova creatura
nasce in noi, e quello Spirito nato crescerà e supererà la persona
sregolata che era in precedenza. Questo è il motivo per cui dobbiamo
essere pazienti, mentre il Signore sta perfezionando la Sua opera in
noi. Non scoraggiarti, quando trovi la rabbia o quando offendi
qualcuno. Devi solo chiedere scusa alla persona e andare avanti,
senza lasciare che il diavolo ti inganni, pensando che non sei degno
della chiamata, non permettergli di dirti che sei senza speranza e
non sentirti nudo come Adamo, devi restare ancorato alla fede,
confessando che Egli ti ha amato prima e non ti lascerà mai.
Credere nella croce, guardare il
serpente di bronzo quando il serpente (la voce di condanna) ti
morde. Non lasciare che il veleno della condanna ti distrugga e ti
impedisca di vedere la promessa benedetta di Dio, basta la fede per
guadare la croce di Gesù, e ricordati del patto eterno di
misericordia e pace che Egli ha stabilito. Ricordati che è un Suo
piacere darti il Regno. Ricorda il sangue, ricorda che ha già pagato
il riscatto per i nostri peccati e completerà il lavoro che ha
iniziato in te.
Non lasciarti ingannare dal pensiero
che hai commesso un peccato imperdonabile. L’unico modo in cui
possiamo negarci la salvezza divina è rigettare la Grazia e
rifiutare l’opera di rigenerazione dello Spirito nella nostra vita.
Se una persona ritorna al Signore e lo accetta, avrà la salvezza di
Dio. Quindi finché respingiamo il sangue e lo Spirito di Dio, non
abbiamo un altro rimedio al peccato, ma se siamo umili e ritorniamo
a Dio, Egli è fedele e giusto, e ci perdona. Infatti, ha già
concesso il perdono ai ribelli, ma si devono svegliare in questa
realtà.
1Giovanni
1:9-10 Se confessiamo i nostri peccati, egli è fedele e giusto da
perdonarci i peccati e purificarci da ogni iniquità. 10 Se diciamo
di non aver peccato, lo facciamo bugiardo, e la sua parola non è in
noi.
Ricordati sempre che Dio
ci sta rigenerando nell’immagine di Cristo, e sappiamo che Cristo è
Spirito. Siamo esseri carnali, ma nel momento in cui accettiamo
Gesù, l’opera inizia. L’uomo spirituale nasce in noi e come
conseguenza della conoscenza di Cristo, continua a crescere.
Crescerà fino al punto di superare completamente l’uomo carnale in
noi. Quindi, quando la carnalità dovesse manifestarsi, ricorda che
non è più la tua identità, ma rappresenta la vecchia in te, che sta
combattendo con l’uomo spirituale che ama Dio.
Romani 7:14
Sappiamo infatti che la legge è spirituale; ma io sono carnale,
venduto schiavo al peccato. 15 Poiché, ciò che faccio, io non lo
capisco: infatti non faccio quello che voglio, ma faccio quello che
odio. 16 Ora, se faccio quello che non voglio, ammetto che la legge
è buona; 17 allora non sono più io che lo faccio, ma è il peccato
che abita in me. 18 Difatti, io so che in me, cioè nella mia carne,
non abita alcun bene; poiché in me si trova il volere, ma il modo di
compiere il bene, no. 19 Infatti il bene che voglio, non lo faccio;
ma il male che non voglio, quello faccio. 20 Ora, se io faccio ciò
che non voglio, non sono più io che lo compio, ma è il peccato che
abita in me. 21 Mi trovo dunque sotto questa legge: quando voglio
fare il bene, il male si trova in me. 22 Infatti io mi compiaccio
della legge di Dio, secondo l'uomo interiore, 23 ma vedo un'altra
legge nelle mie membra, che combatte contro la legge della mia mente
e mi rende prigioniero della legge del peccato che è nelle mie
membra. 24 Me infelice! Chi mi libererà da questo corpo di morte? 25
Grazie siano rese a Dio per mezzo di Gesù Cristo, nostro Signore.
Così dunque, io con la mente servo la legge di Dio, ma con la carne
la legge del peccato.
Non ci dobbiamo mai scoraggiare,
quando la carnalità si manifesta guardiamo la croce, con la fede di
essere tra i figli di Dio. Capire che Gesù scese in questo mondo in
forma umana, cioè come uomo fatto di carne, vuol dire che conosce
le tentazioni e le debolezze della carne. Quindi ora Lui è in grado
di aiutarci, e dirigerci ogni volta che la tentazione ci sfida. Egli
è tra noi, per tirarci fuori dalla fossa della condanna, e farci
riscoprire la nostra vera identità che è nell’immagine del Dio
vivente, un’identità creata perfetta e santa davanti al Padre.
Veniamo fuori della fossa di
condanna, ieri è il passato, oggi è un giorno nuovo. Svegliatevi
all’amore in Gesù Cristo.
Dio vi Benedica
Fratello Trevor Eghagha