IL SEGNO DEL FIGLIO DELL’UOMO SULLE NUVOLE
Daniele 7: 2 Daniele dunque prese a dire: «Io guardavo nella mia
visione, di notte, ed ecco, i quattro venti del cielo squassavano il
Mar Grande, 3 e quattro grandi bestie salivano dal mare, una diversa
dall'altra. ……… 9 Io continuai a guardare finché furono collocati
troni e l'Antico di giorni si assise. La Sua veste era bianca come
la neve e i capelli del Suo capo erano come lana pura; il Suo trono
era come fiamme di fuoco e le Sue ruote come fuoco ardente. 10 Un
fiume di fuoco scorreva, uscendo dalla Sua presenza; mille migliaia
Lo servivano e miriadi di miriadi stavano davanti a Lui. Il giudizio
si tenne e i libri furono aperti. ………….13 Io guardavo nelle visioni
notturne, ed ecco sulle nubi del cielo venire uno simile a un Figlio
dell'uomo; Egli giunse fino all'Antico di giorni e fu fatto
avvicinare a Lui. 14 A Lui fu dato dominio, Gloria e Regno, perché
tutti i popoli, nazioni e lingue lo servissero; il Suo dominio è un
dominio eterno che non passerà, e il Suo Regno è un Regno che non
sarà mai distrutto».
In
questo articolo, esamineremo parzialmente le notturne visioni
profetiche di Daniele, nel
Libro di Daniele, Capitolo VII,
e la guida luminosa dello Spirito nel mistero dei quattro venti del
Paradiso, le quattro bestie che emergono dal mare, la distruzione
della bestia e la venuta del figlio dell’uomo sulle nuvole del
Paradiso. Si tratterà di un approfondimento parziale, in quanto la
rivelazione avviene continuamente, soltanto in alcune parti, come
poi vedremo. Sono soltanto in grado di descrivere ciò che ho
ricevuto in realtà, dallo Spirito, e nient’altro. Vedremo come
queste visioni possono oggi essere applicate a noi ed al resto del
mondo.
MANTENIAMO QUELLO CHE ABBIAMO RICEVUTO
Alcune
delle cose che oggi stiamo ascoltando, sono dei segreti che sono
celati da secoli agli uomini, riportati alla luce dalla Grazia di
Dio, così che non potremo più camminare nell’ignoranza dell’età di
oggi. Si tratta di cose di cui il nostro Spirito è già a
conoscenza, ma dovremmo rammentarle con l’intento di mantenere
la nostra Fede, nella consapevolezza della verità, nel principio
della continuità. Condividerete con me, il fatto che la più grande
sfida da affrontare nel nome della Fede è attenerci, mantenere ciò
che abbiamo ascoltato dal Padre, nel bel mezzo del mondo delle
tenebre, dove ogni cosa appare contraria a tali parole. Sta a noi
continuare a vivere secondo la rivelazione di Cristo, che ci fa
realizzare la Sua grande eredità nella luce. Passando liberamente
attraverso di noi, lo Spirito ci rivela queste cose, rendendoci
fermi e irremovibili nella nostra ricerca dell’eredità delle
preziose promesse di Dio, e ci fa mantenere in esse. Diventiamo
partecipi di ciò, condividendo l’unione nell’amore e consentendo la
nostra unzione interiore, di rinfrescarci ogni giorno sia
individualmente sia collettivamente.
I
misteri ispirati dallo Spirito di Dio di cui leggeremo in questo
articolo, non costituiscono il fondamento della questione, ma
piuttosto conducono e stabiliscono il credente in noi. Qualcuno
potrebbe chiedersi quale sia lo scopo
di ciò.
Lo scopo è risvegliarsi in Cristo, e di conseguenza scopriamo la
realtà del mondo di Dio, altrimenti noto come Regno di Dio. In
questa cosciente realtà (consapevolezza di Cristo), morte, paura,
tempo, ecc. non ci saranno più, e ciò che resterà è l’immutabile
quiete e la beatitudine. Non imploriamo per ottenere maggiori
informazioni , ma preghiamo per realizzare pienamente il fine della
Fede. Una volta, Gesù disse: “Gioite
non nei doni dello Spirito, ma per i vostri nomi scritti in Cielo,
nel libro della vita”
perché
lì risiede il nocciolo della questione. Doni, profezie, diverse
lingue, visioni, misteri, ecc. : tutto questo non è l’obbiettivo,
per cui in realtà, donare nei cuori degli uomini, perché ciò
rappresenta la cosciente realtà del Regno di Cristo interiore, che
era celato e non compreso chiaramente, viene finalmente portato alla
luce. In quella realtà, presente e continua, si realizza la parola
del profeta Geremia: “...
Tutti Mi riconosceranno, dal più piccolo al più grande”[Geremia
31:34].
Se ci stabiliamo nella verità e Lo conosciamo, allora conosceremo
uno Spirito, che dura per l’eternità. In questa sacra
consapevolezza, le persone si sono stabilite nel Dio vivente,
nell’amore puro e indissoluto.
COGLIERE DALL’UOMO
Come
sappiamo, molte delle famose citazioni e profezie di Gesù sono state
trasferite nella legge e nei profeti, in ciò che oggi chiamiamo il
Vecchio Testamento.
Chiaramente comprese il vero significato dei vari rudimenti e
rituali associati alle leggi di Mosé, ed anche i chiari discorsi dei
profeti, inserendo molti di questi durante i giorni del Suo
ministero. Ciò significa che leggendo tali cose, Gesù esprimeva le
idee celesti provenienti dall’Alto, in grado di comprendere la
comunicazione dello Spirito, tramite la legge ed i profeti. Data la
sua straordinaria natura celeste, comprese i celati segreti della
fine, della venuta del Salvatore (Messia), la glorificazione dei
santi, il giudizio degli empi, ecc. Sapeva che tutto questo non
erano altro che semplici indicatori del grande risveglio e
dell’ascensione dei figli di Dio nella Gloria, e di fondersi
diligentemente con loro.
Gesù
sapeva anche, che oltre ad i libri, ogni cosa vista e percepita in
questo mondo naturale contiene un messaggio, oltre il quale si
mostra semplicemente il Regno di Dio, che appartiene anche al
Figlio, infatti sono una cosa sola. Ecco perché si esprimeva anche
in parabole. La cosa che differenziava Gesù dagli uomini di
quest’epoca, era il semplice fatto che era illuminato
dall’ispirazione di Dio; aveva la capacità di ascoltare la voce
interiore della verità, che testimonia costantemente l’unico Dio
vivente e il Suo eterno Regno, che è senza inizio e senza fine. Per
questa ragione, dice: “È
lo Spirito (l’Onnipotente) quel che vivifica, non la carne nulla (la
mente carnale); la carne non giova nulla”
[Giovanni
6:63].
La carne (Spirito\saggezza dell’u0mo mortale) che rafforza l’uomo
di questo mondo presente, porta soltanto inferno, morte e
distruzione. Questa è la conferma della Parola, secondo cui c’è una
strada che sembra giusta per gli uomini (uomini mortali), ma alla
fine c’è la distruzione [Proverbi
14:12].
Proverbi 14:12 C’è una via che all’uomo sembra dritta, ma la sua
fine sfocia in vie di morte.
Quando
si presta ascolto a parole del genere, si finisce col credere che
Proverbi 14:12
si
riferisca alla violazione dei basilari codici morali dei sistemi
umani, e delle loro credenze religiose, che richiedono di fare o
meno determinate cose. Ad ogni modo, dobbiamo realizzare che le vie
dell’uomo, conducono soltanto alla saggezza terrena, che lo lega
alla falsa identità della carne e alle ingannevoli glorie di questo
presente mondo naturale. Facendo ciò, l’uomo nega il suo vero Io
spirituale (il Cristo) e di conseguenza, abbandona la propria
illimitata Grazia nel Regno di Dio, per i tormenti terreni
dell’inferno. Pertanto, vediamo che la distruzione e l’inferno che
l’uomo patisce pagando il prezzo della sua errata identità e di un
mondo illusorio, che formula per se stesso tramite la conoscenza di
questa epoca esteriore.
Concorderete sul fatto che gli abitanti di questo mondo dimorano nel
regno d’inferno e morte, ma la Grazia di Dio è apparsa oggi dal
Cielo, rendendoci più saggi della bestia strisciante, dandoci le
chiavi con cui liberarci e tornare alla vera vita eterna. Amore e
Grazia hanno consacrato per noi una nuova via vivente, dove possiamo
allontanarci dall’inferno sotterraneo, e trovare una vera vita in
ricchezza ed abbondanza.
Proverbi 15:24 Per l’uomo prudente la via della vita conduce in
alto, per fargli evitare lo Sceol in basso.
Questi
giorni sono qui, grazie alla saggezza che è ispirata dal respiro
dell’uomo, e riceviamo soltanto quella vera saggezza che viene
dall’Alto, dal Padre della luce; questa è l’unica via che conduce
alla vita.
Isaia 2:22 Cessate di confidare nell’uomo, nelle cui narici non c’è
che un soffio: quale conto si può fare di lui?
Per
questa ragione, chiediamo che ci venga liberamente donata quella
saggezza celeste, dal Padre; è la vita, per quelli che vi
aderiscono.
DISCESA ED ASCESA DI GESÚ
Se
riusciamo a vedere la fine, che come sappiamo, si tratta della piena
realizzazione di Cristo, l’incarnazione dell’unico vero Dio, che
rappresenta la nostra vera vita, proprio come Gesù, dovremmo
prepararci ad affrontare le molte contraddizioni degli uomini e
restare ancorati tramite la Fede, all’impeccabile Gloria del Padre,
oltre il velo dell’umana comprensione nello Spirito (l’invisibile).
Venendo al mondo come uomo di carne, insieme al suo profondo
attaccamento a questo mondo presente, Gesù poté discernere che
questo mondo non è altro che un’illusione e dimora di tribolazione e
distruzione senza fine, e raggiunse quell’invisibile ed eterna
Gloria celata in Dio. Realizzò che il mare agitato era avvolto
nell’oscurità, e la terra senza desolata e senza forma di
Genesi 1:2
rappresenta lo svalutato stato dell’uomo, in questo mondo presente,
in cui non c’è alcuna conoscenza di Dio.
Genesi 1:2 La terra era informe e vuota e le tenebre coprivano la
faccia dell’abisso; e lo Spirito di Dio aleggiava sulla superficie
delle acque.
La Sua
nascita naturale nella carne rappresenta una discesa nel regno dei
morti, in cui conobbe anche gli orrori della tormentata sensazione
di una vita separata dall’eterno Spirito dell’unico e solo Dio. In
virtù della Sua nascita naturale, conobbe la paura della morte, le
profonde sensazioni associate agli uomini di quest’epoca, il senso
di incompletezza, ansia e le varie limitazioni e tentazioni
associate alla carne. Conobbe anche la tentazione di ottenere la
vana Gloria di questo mondo, come forma di copertura per
l’esaltazione dell’Io, per la sicurezza e la pace alle spese della
consapevolezza della verità, ecc. [Matteo
4:1-11].
NOTA:
Se Gesù
nella Sua esperienza umana non conobbe il senso di separazione dalla
vita di Dio, non vi è alcun modo in cui avrebbe potuto cadere
vittima delle tentazioni diaboliche, perché Dio non può essere
tentato. Lo Spirito è Spirito e la carne è carne, non possono
incontrarsi.
Gesù era
in grado di vedere tramite lo sguardo della Sua comprensione
interiore, che la ventosa nuvola spirituale e la luce apparse al di
sopra delle acque in
Genesi 1:2,
era la Sua vera vita e origine. Essendo convinto nel Suo cuore, la
raggiunse nel nome della Fede, lasciandoSi alle spalle le vanità,
associate a questo presente mondo naturale. La Sua realizzazione di
questo grande mistero era la chiave per dominare il mondo e fuggire
dagli sprechi e dalla distruzione, ad esso connessi.
Per
questo motivo, durante i giorni in cui visse in vesti mortali, offrì
preghiere e suppliche al Padre, che Lo tirò fuori dagli abissi
dell’inferno e della morte, dove regna la corruzione. Dovette
imparare ad obbedire, umiliandoSi sulla croce.
Ebrei 5: 7 Nei giorni della Sua carne, con grandi grida e lacrime,
Egli offrì preghiere e supplicazioni a Colui che lo poteva salvare
dalla morte, e fu esaudito a motivo del Suo timore di Dio. 8 Benché
fosse Figlio, imparò l'ubbidienza dalle cose che soffrì...
Salmi 16:10 perché Tu non lascerai l'anima mia nello Sceol e non
permetterai che il Tuo Santo veda la corruzione. 11 Tu mi mostrerai
il sentiero della vita; c'è abbondanza di gioia alla Tua presenza;
alla Tua destra vi sono delizie in eterno.
In
realtà, la Sua preghiera era di venire fuori dall’oscura sensazione
di una vita secondo la carne, una vita in cui ci si sente lontani
dal Dio vivente, facendoGli di nuovo realizzare la Sua unità con
Dio. In tale consapevolezza (unità con il Padre) non esistono morte,
tempo e contrasti del bene e del male, ecc. perché si vive come vive
il Padre.
Le
nazioni terrene che abbracciano l’abisso (il reame di carne), dove
non esiste alcuna consapevolezza del Dio vivente, e ci sono continui
mutamenti, che invecchiano e muoiono, ma Dio vive ed è immutevole.
Le persone che realizzano questa unità non periranno mai, perché
vivranno proprio come Lui. Entreranno in una perfetta quiete, in cui
nulla cambia; regnano semplicemente come Lui regna.
Salmi 102:26 essi periranno, ma tu rimarrai: si logoreranno tutti
come un vestito; tu li muterai come una veste ed essi saranno
cambiati. 27 Ma tu sei sempre lo stesso e gli anni tuoi non avranno
mai fine. 28 I figli dei tuoi servi avranno una dimora, e la loro
progenie sarà stabile davanti a te.
1Giovanni 2: 17 E il mondo passa con la sua concupiscenza; ma chi fa
la volontà di Dio rimane in eterno.
Dopo il
Suo Battesimo nell’acqua, che rappresenta la Sua dissociazione
dall’illusoria vita secondo la carne, Gesù ha ricevuto il simbolico
Battesimo, nella nuvola gloriosa all’inizio del Suo Ministero. Nelle
Sacre Scritture,
è scritto che lo Spirito (nuvola gloriosa) di Dio discese
gentilmente su di Lui, in forma di colomba, accompagnandoLo nella
luce [Matteo
3:16].
Quella nuvola (Spirito) è lo stesso corpo invisibile che volò sulle
acque, nell’allegorico racconto della creazione in
Genesi 1:2.
Questa è un’immagine dello Spirito di Dio, che si muove al di sopra
della terra informe e degli abissi, che rappresentano la Sua bassa
identità umana, elevandoLo fino alla Sua unità che al principio
aveva con Dio. Si tratta dell’azione della volontà del Padre
d’illuminare Gesù con la rivelazione della Sua vera forma e la Sua
inseparabile unione con il Dio vivente. Per questo disse: “Sia
la luce”,
e la luce portò fuori la vera creatura di Dio del principio.
Egli
apparve in quella stessa nuvola sul monte della trasfigurazione [Matteo
17:5]
e venne simbolicamente rapito nella nuvola, con la fine del Suo
Ministero [Atti
1:9].
In realtà, mentre era sospeso nel vuoto, come vero e fedele
testimone durante i giorni del Suo Ministero, venne continuamente
rapito in quella nuvola. Tal rapimento è la glorificazione, di cui
parlò quando pregò con queste parole: “Padre,
glorificaMi con Te stesso, con la Gloria che avevo prima del mondo”
(che significa:
famMi realizzare l’unione che avevo con Te nella nuvola, prima di
riscoprirMi nelle sembianze di carne e sangue, insieme al senso di
separazione da Dio).
Si tratta dello stesso significato che aveva la Sua esclamazione: “Vado
dal Padre”
(che significa:
ascendo di nuovo nella consapevole unione con il Padre nella nuvola”).
Quindi,
Gesù, come sappiamo, superò questo mondo e tornò in Alto, andando al
di là del potere di potenti e principati, ed oggi siede e regna alla
destra di Dio Padre, nella nuvola gloriosa. Quando la mente carnale
recepisce questo, immagina Dio seduto sul trono e Gesù che occupa un
altro trono alla Sua destra: ma in realtà, questa percezione è
errata. Con l’ascensione, non esistono più due entità, bensì una
sola, che vive e dimora per l’eternità. L’unico Dio che viene
completamente preso dall’eterno Spirito, così che Dio sia tutto in
tutto.
Questi
profetici eventi non sono “un gioco da ragazzi”, sono ESTREMAMENTE
importanti per noi oggi, infatti possiamo davvero comprendere la
nostra glorificazione in Cristo, con la quale la fine è giunta. La
via che conduce alla glorificazione di Gesù ci dimostra
semplicemente come andare fuori da questo mondo ( il visibile ed il
terreno) nel celestiale Regno di Dio (l’invisibile ed il
celestiale). Ogni uomo che cerca la vita deve comprendere questi
principi di base dentro di sé, mentre li riceve dall’Alto.
LA NUVOLA GLORIOSA COME INCARNAZIONE DI DIO
La
nuvola gloriosa rappresenta l’invisibile ed incorruttibile Gloria di
Dio, che dimora eternamente nei Cieli. È un corpo spirituale
vivente, un uomo celeste, per così dire, in cui vive la pienezza del
corpo di Dio. Come sappiamo, Cristo è la Gloria di Dio; è l’immagine
del Dio invisibile ed incorruttibile. Mentre Si trovava sulla terra,
manifestando il mistero della devozione, era in realtà Gesù, il
figlio dell’uomo che giunse su una nuvola gloriosa, portando alla
luce ciò che si celava agli occhi degli uomini di quest’epoca
(mondo).
Era
Colui che discese dalla nuvola gloriosa, nella bassa natura ed
immagine ingloriose dell’uomo mortale. Nella Sua umanità, scoprì
il significato di cadere dall’impeccabile Gloria di Dio. Era
nato da una donna, e di conseguenza sperimentò la mortalità della
vita nella carne, insieme ai numerosi dolori e tribolazioni
associati ad essa, come risultato di un senso di separazione da Dio.
Ragionò come uomo, rappresentava quel senso di nulla, e di nessun
potere, per cui disse: “da
solo, non posso fare nulla”.
Ad ogni modo, ricevette quella luce che Gli rivelò di essere il
Figlio del Dio vivente, la Cui origine era nel petto del Padre sulla
nuvola. Con questa rivelazione, Gesù iniziò ad ascendere di nuovo
alla nuvola gloriosa, e durante i Suoi quarantadue mesi di
Ministero, gli abitanti della terra assistettero all’apparizione del
Figlio dell’uomo sulla nuvola gloriosa. Attraverso tale
apparizione, gli abitanti del mondo terreno poterono dare
un’occhiata al Dio invisibile ed al Suo Regno glorioso, rivelato
tramite la carne di Gesù. Questo è ciò che Paolo definisce il
mistero della devozione [1
Timoteo 3:16].
GLORIFICAMI PRESSO DI TE
Giovanni 17:5 Ora dunque o Padre, glorificami presso di Te della
Gloria che io avevo presso di Te prima che il mondo fosse.
Il Padre
glorifica il Figlio presso di Sé, tramite la resurrezione
(risveglio, ascensione), dal terreno al celestiale, dal corruttibile
all’incorruttibile, dal mortale all’immortale e dal visibile
all’invisibile. In virtù della Sua nascita mortale, Gesù condivise
le basse caratteristiche dell’uomo mortale di questo mondo, che in
realtà, giace in un sonno mortale. Un uomo è addormentato, quando
cammina consapevolmente da mortale, in relazione con gli elementi
miseri di questo mondo; è addormentato quando avverte la sensazione
di essere lontano dall’eterno Spirito di Dio, che chiamiamo Cristo
(la nuvola gloriosa). Quando l’uomo torna ai suoi sensi, si
risveglia dal suo profondo sonno di morte, in ciò che si definisce
resurrezione, e si riscopre nella Gloria del Padre. In questo grande
risveglio, realizza ancora una volta che: “
Io e il Padre siamo una cosa sola”.
Insieme alla realizzazione viene l’abolizione della morte ed i suoi
frutti di paura, consapevolezza del peccato e vuoto. Quando l’uomo
si risveglia, vede la venuta del Figlio dell’uomo nella nuvola
gloriosa del Padre (Cristo), per cui, Cristo l’eterno Spirito di Dio
è la nostra vera vita. Paolo conferma ciò in:
Colossesi 3:4 Quando Cristo che è la nostra vita apparirà, allora
anche voi apparirete con Lui in Gloria.
Oggi,
noi che abbiamo orecchie per ascoltare, abbiamo il solo dovere di
abbracciare nel nome della Fede, questa grande salvezza, che lo
Spirito ci sta rivelando, e confessare come Gesù: “Vado
dal Padre”.
Se comprendiamo questo, sapremo anche che dovremo percorrere lo
stesso percorso che Egli percorse, agendo da testimoni della verità,
mentre trascenderemo dai bassi luoghi della terra ed ascenderemo
nella vera e stessa nuvola gloriosa a cui ascese Gesù, in cui
potremo realizzare consapevolmente la nostra unione con l’eterno
Spirito. Lì godremo di pace e totale completamento per l’eternità.
Ecco il
messaggio che Paolo rivolse ai Tessalonicesi:
1Tessalonicesi 4:16 perché il Signore stesso con un potente comando,
con voce di arcangelo e con la tromba di Dio discenderà dal Cielo, e
quelli che sono morti in Cristo risusciteranno per primi; 17 poi noi
viventi, che saremo rimasti, saremo rapiti assieme a loro sulle
nuvole, per incontrare il Signore nell'aria; e così saremo sempre
col Signore.
Quella
voce o squillo di tromba dell’arcangelo (messaggero) nasce dal
respiro di Dio, che rivela i profondi misteri di Dio. Oggi,
se riuscirete ad ascoltare questo messaggio dello Spirito, saprete
che si tratta della voce dell’arcangelo e lo squillo di tromba
proveniente dal cuore di Dio, per radunare gli uomini fuori dal
reame della morte, per tornare in quella nuvola gloriosa di Dio, in
cui potranno riunirsi con Dio in una cosa sola. Il rapimento è sia
presente sia continuo, ad indicare che è progressivo in coloro che
hanno orecchie per ascoltare. Noterete che sebbene Gesù abbia
confessato che
IO E IL PADRE SIAMO UNA COSA SOLA,
doveva ancora continuare ad ascendere finché ogni traccia di
attaccamento a questo mondo esteriore si fosse totalmente dissolta.
LE
VISIONI DI DANIELE
Attraverso
le profezie di Daniele, lo Spirito conferma il meraviglioso lavoro
che il Signore sta compiendo oggi nelle nostre vite. Tali testi
profetici hanno una somiglianza impressionante al
Libro delle Rivelazioni,
e proprio per provare quanto sia incorruttibile la Parola di Dio.
Pensare che Daniele era sulla scena centinaia di anni prima che
l’apostolo Giovanni scrivesse
Il Libro delle Rivelazioni,
vediamo che lo Spirito è immutevole; ripete sempre le stesse cose.
Come
Il Libro delle Rivelazioni, Il Libro di Daniele
è un
testo profetico, che parla soltanto della fine. Abbiamo definito
Cristo come la fine: noi, che siamo riuniti nel sacro nome, a stare
in attesa della fine. Tutti i segni che si scoprono in questo libro
si riferiscono al grande svelamento della progenie di Dio, in noi;
non vi è assolutamente alcuna cosa che possa essere ascoltata o
scoperta, per cui tutto porta al nulla. Una volta Gesù disse: “Cercate
prima il Regno di Dio e tutto il resto verrà, in cui giace il
dominio ed il potere onnipotente”.
Realizzare il Regno ed il dominio viene di pari passo con lo
svelamento del nostro Cristo interiore, perché il Regno è il Suo.
Nel
Capitolo VII
de
Il Libro di Daniele,
Daniele registra una visione che ebbe, in cui vide i quattro
venti del Cielo, soffiare sulla superficie del grande mare,
e mentre ciò avveniva, quattro creature sono spuntate fuori
da essi. La prima creatura sembrava un leone con ali d’aquila; la
seconda sembrava un feroce orso che aveva tre costolette in bocca;
la terza aveva le sembianze di una bestia orribile con dieci corna,
di cui tre erano sostituite con un piccolo corno con occhi umani,
che erano un vanto. Mentre Daniele guardava queste bestie nelle loro
diverse manifestazioni, al tempo stesso vedeva troni in Cielo,
seguiti dal giudizio di queste bestie nell’antichità, e dalla
distruzione con il fuoco della quarta terribile bestia, che
parlava presuntuosamente. Daniele vide anche il dominio portato
via dalle altre tre bestie, ossia il leone, l’orso ed il leopardo.
Dopo tutto questo, Daniele vide un’immagine, come se si trattasse
di un uomo venire fuori dalle nuvole, e Lo vide presentarSi agli
anziani , che Gli diedero il dominio, tutta la Gloria ed un eterno
Regno.
Quando
leggiamo di queste cose, c’è una tendenza pensare che siano segnali
esterni che si riferiscono a paesi, imperi, re o persino sistemi
politici, ecc. : ma ci sbagliamo di grosso. Queste visioni puntano
tutte alle opere dello Spirito esteriore nelle nostre vite in questo
momento. Si riferiscono al nostro risveglio dal regno dei morti e la
nostra ascensione, in cui giace la volontà di Dio, per le nostre
vite individuali. Dio è inconsapevole delle nazioni e delle entità
sulla terra, in quanto sono soltanto formazioni delle menti
ottenebrate degli uomini. Egli è solo consapevole di Suo Figlio e
del Suo eterno Regno, che chiamiamo Nuova Gerusalemme. Non
lasciamoci distrarre dai concetti degli uomini, che cercano di
collegare queste profezie alle nazioni e ai regni sulla terra. Ben
presto scopriremo che le visioni erano contenute nella vita di Gesù,
Paolo, Giovanni, ecc., e sono tuttora presenti nella nostra vita, ma
poste nell’ordine di Paolo, ogni uomo secondo il proprio ordine.
A causa
della complessità di queste rivelazioni, cercherò di semplificare il
concetto, separando l’argomento in diverse sottosezioni:
IL MAR
GRANDE
I
QUATTRO VENTI DEL CIELO
LA
BESTIA CHE EMERGE DAGLI ABISSI
IL
GRANDE TRONO BIANCO DEL GIUDIZIO
SOTTOMISSIONE DELLA BESTIA CHE EMERGE DALL’ABISSO
IL SEGNO
DEL FIGLIO DELL’UOMO NELLE NUVOLE
Leggendo, tenete in mente che tutti questi sono eventi che avvengono
in maniera coerente, e continuamente dentro di noi; non possono
essere osservati con i sensi naturali.
IL GRANDE MARE
Daniele 7:2 Daniele dunque prese a dire: «Io guardavo nella mia
visione, di notte, ed ecco, i quattro venti del cielo squassavano il
Mar Grande...
Cercando
di svelare il mistero del Mar Grande, torneremo a
Genesi 1:2,
secondo cui l’oscurità era al di sopra delle profondità (abissi).
Per quelli di noi che stanno leggendo questo articolo, dovremmo
comprendere che il racconto della creazione, che ci viene presentato
nei primi libri di
Genesi,
non è altro
che un’allegoria, il che vuol dire che può essere interpretato
soltanto da un punto di vista spirituale. L’autore di questi primi
pochi capitoli scrisse cose puramente profetiche e spirituali, molto
simili a quelle contenute ne
Il Libro delle Rivelazioni,
che come sappiamo, ha un valore prettamente simbolico. Potrebbe
essere che l’autore abbia avuto una visione, o mentre era in trance,
come Daniele o Giovanni, ma una cosa è certa: sono capitoli
autentici. Questi primi capitoli svelano semplicemente i segreti di
Dio nell’uomo.
In
Genesi 1:2,
la
Bibbia
dice che l’oscurità copriva le profondità (abissi). La parola
oscurità, tradotta dagli originali testi ebraici significa:
Da
Ebrei 2821: l’oscurità; letteralmente oscurità; figurativamente
miseria, distruzione, morte, ignoranza, dolore, malvagità: - oscuro
(oscurità), notte, oscurità.
Ciò
rappresenta il mondo in cui dimorano gli uomini di quest’epoca.
Dobbiamo vedere attraverso lo sguardo dello Spirito, che tutti siamo
periti nella morte di Adamo e di conseguenza, siamo precipitati
negli abissi del Mar Grande visto da Daniele. Adamo è una parabola
che descrive la sistematica discesa dell’uomo negli abissi del Mar
Grande, grazie alla persuasione della saggezza di quest’epoca. Il
mare (il mondo) rappresenta l’immaginaria dimensione di vuoto, in
cui vivono gli uomini. Si tratta di un regno angosciante, dove gli
uomini precipitano costantemente nell’inferno e nella distruzione.
Lo definiamo immaginario, perché non è altro che una formazione
della mente carnale (il serpente), e non è affatto reale. In breve,
il mondo che l’uomo crea per se stesso, non è che un’illusione che
lo getta in stupide lussurie e nella futura distruzione. Questa è la
destinazione della carne (carnalità), vivendo in relazione con le
cose illusorie (MENZOGNE).
In
questo regno logoro (il mare), l’uomo gira a tentoni nelle tenebre
assolute, così che non sappia di parlare di meno ai fratelli.
Insegue le vanità e soffre i tormenti dell’inferno e dei suoi frutti
di timore, incredulità ed insaziabilità; il suo cuore è cieco, e di
conseguenza non riesce a vedere che le sue radici nell’eterno
Spirito di Dio e del Suo Regno, un eterno Regno invisibile.
Ricordate l’episodio di Giona che finì nella pancia di una balena,
finendo negli abissi del mare:
Giona 2:2 Allora Giona pregò l'Eterno, il suo DIO, dal ventre del
pesce e disse: 3 «Nella mia sventura ho gridato all'Eterno ed Egli
mi ha risposto; dal grembo dello Sceol ho gridato e Tu hai
udito la mia voce. 4 Mi hai gettato in un luogo profondo, nel cuore
dei mari, la corrente mi ha circondato e tutti i tuoi flutti e le
tue onde mi sono passati sopra. 5 Allora ho detto: Sono stato
scacciato dalla Tua presenza. Eppure guarderò ancora verso il
Tuo santo Tempio. 6 Le acque mi hanno circondato fino all'anima,
l'abisso mi ha avvolto, le alghe si sono avvolte intorno al mio
capo. 7 Sono disceso fino alle fondamenta dei monti, la terra
chiuse le sue sbarre dietro a me per sempre, ma tu hai fatto
risalire la mia vita dalla fossa, o Eterno, mio DIO. 8 Quando la
mia anima veniva meno dentro di me, mi sono ricordato dell'Eterno, e
la mia preghiera è giunta fino a Te, nel Tuo santo Tempio. 9
Quelli che riguardano alle vanità bugiarde abbandonano la fonte
stessa della loro Grazia. 10 Ma io con voci di lode Ti offrirò
sacrifici e adempirò i voti che ho fatto. La salvezza appartiene
all'Eterno». 11 Allora l'Eterno parlò al pesce e il pesce vomitò
Giona sull'asciutto.
Quell’esperienza di Giona rappresenta quella di ogni uomo, che vive
nell’errata identità della carne. La dichiarazione profetica in
Giona 2:2
paragona l’esperienza negli abissi marini a quella della caduta
nell’inferno, regno privo della presenza di Dio, in cui regnano
corruzione ed angoscia. Questi versi spiegano ulteriormente che la
ragione per la quale l’uomo si ritrova negli abissi marini, è
semplicemente che segue le vanità menzognere, che rappresentano le
proiezioni carnali prodotte dalla mente carnale, con cui l’uomo
realizza il suo mondo. Ciò che è contenuto nel mondo creato
dall’uomo può apparire bello e splendido per poco tempo: ma sono
soltanto cose illusorie e momentanee. Non possono, in alcun modo,
donare all’uomo le desiderate soddisfazione e pace.
Vanità
sulle vanità è ciò che Re Salomone definisce il mondo dell’uomo, che
accede alle tenebre (abisso) e parte da lì. Viene tormentato
ovunque da grande tribolazione e dolore, in quanto insegue i miraggi
ogni giorno della sua vita.
I
QUATTRO VENTI DEL CIELO
L’opera
redentiva dello Spirito è tirar fuori l’uomo dall’abisso del Mar
Grande, generato dalla sua mente carnale, e portato alla luce, in
cui potrà nuovamente gioire della bellezza della vita di Dio senza
confini. Questa è la ragione per la quale i quattro venti (lo
Spirito di Dio) soffia sul Mar Grande, agitandolo e facendo sì che i
morti intrappolati nelle profondità marine, escano fuori. I quattro
venti soffiano in ogni direzione, rappresentando un ciclone sul Mar
Grande; è lo Spirito di Dio che opera per trasportare l’uomo lontano
dall’estremità della terra (le grandi profondità). Ciò che in questo
momento sta accadendo è continuo: si tratta della stessa opera dello
Spirito di Dio, che sposta le acque in
Genesi 1:2,
portando alla luce la creazione di Dio.
Anche
Gesù parlò dei quattro venti (vortice), che nasce per riunire gli
eletti (figli di Dio) dall’estremità della terra, fino all’estremità
del Paradiso.
Marco 13:26 Allora vedranno il Figlio dell'uomo venire nelle nuvole,
con grande potenza e Gloria. 27 Egli allora manderà i Suoi angeli e
raccoglierà i Suoi eletti dai quattro venti, dall'estremità della
terra fino all'estremità del Cielo.
L’estremità della terra o le profondità della terra rappresentano
l’abisso del Mar Grande, in cui gli uomini si consumano nella
propria trasgressione in Adamo. Invece, l’estremità del Paradiso è
un punto in cui si erge il più grande monte della creazione, il
Monte Sion, su cui dimora l’eterna Gloria del Dio vivente. In
realtà, gli uomini passano dal radunarsi nel regno dei morti, nella
nuvola gloriosa di Dio, sul Monte Sion, dove realizzano e
manifestano l’onnipotente potere di Dio, dinnanzi al mondo intero.
Quando
si legge delle profezie sulla fine del mondo in
Matteo 24
e
Marco 13,
c’è una tendenza a credere che si tratti di eventi, che accadranno
in futuro: ma in realtà, è una tendenza sbagliata. Sono eventi che
stanno accadendo in questo preciso momento: si erano realizzati
nella vita di Gesù, Paolo e in quella di molti altri personaggi in
passato, ma si verificheranno ancora ed ancora. Nel giorno di
Pentecoste, è scritto che lo Spirito di Dio discese dal Cielo al
suono di un forte vento, si posò e restò sui discepoli, che erano in
attesa del Signore. Si tratta dello stesso vento, che Daniele vide
soffiare sul Mar Grande. Dopo l’esperienza di Pentecoste, quei
discepoli non furono più gli stessi; iniziarono un’ascensione verso
l’Alto verso la Gloria di Dio. Leggendo gli scritti di Pietro,
Giacomo, Giovanni, Giuda, ecc. ci si renderà conto che la loro vita
aveva subito una trasformazione: infatti erano diventati spirituali.
Questi discepoli, che una volta erano dotati di una mente terrena ed
incredula, erano diventati padri spirituali secondo l’essenza
celeste, che avevano ricevuto dall’Alto. Questo fenomeno è noto come
ascensione (resurrezione): apparivano infatti, come Cristo nella
nuvola gloriosa dinnanzi al mondo, questo perché le persone che Lo
videro, credettero di vedere Gesù di Nazareth.
Dovremo
tutti, in accordo, secondo la volontà di Dio, riunirci in quella
nuvola gloriosa, in cui potremo mantenere il potere onnipotente e la
Gloria, che perdemmo nella discesa adamica nell’abisso dell’umanità.
Il dovere di ogni uomo che ascolta la verità è uscire dagli abissi
del mare, in cui non c’è alcuna consapevolezza di Dio, ascoltando in
questo momento, lo Spirito della verità.
Fornendoci spiegazioni in merito alla fine, nel
XXI Capitolo
de
Il Libro delle Rivelazioni,
si legge che non c’è più mare nei nuovi cieli e nella nuova terra.
Tale è la dimensione di coloro che ascendono nelle nuvole, sulle ali
dello Spirito.
Apocalisse 21:1 Poi vidi un nuovo cielo e una nuova terra, perché il
primo cielo e la prima terra erano passati, e il mare non c'era
più.
Sono le
persone che hanno superato le menzogne e le vanità associate alla
vita dell’uomo di quest’epoca, e vivono secondo il Dio vivente, in
un Regno immutabile, in cui non c’è il tempo. Ora, è possibile
comprendere perché Gesù camminò sulle acque: lo Spirito stava
dimostrando che Egli non era consapevole del mare in tempesta, in
quanto, in realtà, camminava in una dimensione in cui non esiste
affatto il mare. Camminava in relazione all’invisibile ed immutabile
presenza che regna eternamente.
Insieme
alla realizzazione di questa alta dimensione spirituale in Dio,
giunge l’abolizione di morte ed inferno, per l’uomo che si sveglia
nella consapevolezza dell’Io, dell’Alfa e l’Omega, che vive per
sempre ed eredita ogni cosa.
Apocalisse 21:7 Chi vince erediterà tutte le cose, e Io sarò per
Lui Dio ed egli sarà per Me figlio.
Questa
era l’elevata consapevolezza in cui Gesù camminava, quando dichiarò:
“Ciò
che appartiene al Padre è Mio”
[Giovanni
16:15];
tutti dobbiamo attenerci a questa consapevolezza, e in ciò consiste
il fine della questione.
LA
BESTIA CHE FUORIESCE DALLE PROFONDITÁ
Mentre i
venti soffiavano sul mare, Daniele vide quattro creature selvagge
emergere dall’acqua:
Daniele 7:4 La prima era simile a un leone ed aveva ali di
aquila. Io guardavo, finché le furono strappate le ali; poi fu
sollevata da terra, fu fatta stare ritta sui due piedi come un uomo
e le fu dato un cuore d'uomo. 5 Ed ecco un'altra bestia, la
seconda, simile ad un orso; si alzava su di un lato e aveva tre
costole in bocca, fra i denti, e le fu detto: "Levati, mangia molta
carne". 6 Dopo questo, io guardavo, ed eccone un'altra simile a
un leopardo, che aveva quattro ali di uccello sul suo dorso; la
bestia aveva quattro teste e le fu dato il dominio. 7 Dopo questo,
io guardavo nelle visioni notturne, ed ecco una quarta bestia
spaventevole, terribile e straordinariamente forte; essa aveva
grandi denti di ferro; divorava, stritolava e calpestava il resto
con i piedi; era diversa da tutte le bestie precedenti e aveva dieci
corna. 8 Stavo osservando le corna, quand'ecco in mezzo ad esse
spuntò un altro piccolo corno, davanti al quale tre delle prime
corna furono divelte; ed ecco in quel corno c'erano degli occhi
simili a occhi di uomo e una bocca che proferiva grandi cose.
In
realtà, queste quattro creature, che emergono dalle acque del
mare, rappresentano un’entità. Ciò viene descritto nel
XIII Capitolo
de
Il Libro delle Rivelazioni,
quando quattro creature emergono dalle acque, come unica entità:
una bestia emersa dal mare.
Apocalisse 13:1 E vidi salire dal mare una bestia che
aveva dieci corna e sette teste, e sulle corna dieci diademi e
sulle teste nomi di bestemmia. 2 E la bestia che io vidi era
simile a un leopardo, i suoi piedi erano come quelli
dell'orso e la sua bocca come quella del leone; e il
dragone le diede la sua potenza, il suo trono e grande autorità. 3 E
vidi una delle sue teste come ferita a morte; ma la sua piaga
mortale fu sanata, e tutta la terra si meravigliò dietro alla
bestia. 4 E adorarono il dragone che aveva dato l'autorità alla
bestia e adorarono la bestia dicendo: «Chi è simile alla bestia, e
chi può combattere con lei?». 5 E le fu data una bocca che
proferiva cose grandi e bestemmie; e le fu data potestà di operare
per quarantadue mesi.
Questo
potrebbe scioccarvi, ma le cose stanno così: quelle selvagge e
terribili creature che emergono dal mare rappresentano lo svalutato
e tremendo stato dell’uomo, durante la caduta. Questa è l’immagine
spirituale attribuita alla caduta di Adamo. Le creature
rappresentano l’oscuro stato d’inconsapevolezza
dell’inconsapevolezza dell’uomo, che agisce nell’ignoranza del Dio
vivente. Nella discesa dell’uomo dalle alture della Gloria, egli si
pone sull’immagine della bestia che emerge dal mare. Possiamo
definire la bestia come una creatura puramente terrestre, che
percepisce le cose soltanto naturalmente, a causa della sua natura
carnale; è priva di luce spirituale, dove un figlio di Dio
percepisce le cose secondo lo Spirito di Dio.
Nella
coscienza adamica, l’uomo confonde la gloriosa immagine del Dio
invisibile ed incorruttibile (vera identità divina), con quella
della bestia; riceve le impronte della bestia e quindi, perde ogni
cosa, ossia Dio.
Dio non
ha mai generato una creatura terrestre; piuttosto, quando l’uomo è
venuto al mondo, venendo influenzato dalla saggezza di quest’epoca,
si è conformato ad una creatura terrestre, governata dai suoi sensi
carnali.
In
questo stato, l’uomo perde l’autocontrollo ed è incapace di
controllare le sue membra, diventando prigioniero delle emozioni e
dei desideri insaziabili. Ecco perché vediamo la manifestazione
della bestia nell’uomo. L’orso carnivoro, il leone distruttivo, il
leopardo chiazzato e il drago, dimostrano tutti, con la vista
spirituale, la natura assassina, assetata di sangue e impura
dell’uomo, che cammina secondo la carne, nell’ignoranza.
La
quarta temuta bestia con piccolo corno, sul quale ci sono gli occhi
di un uomo (comprensione umana), riflette la natura presuntuosa
dell’uomo della carne, che calpesta tutto ciò che passa sul suo
cammino, e commette blasfemie contro Dio, mentre sostiene di essere
Dio. Alcuni lo definiscono ego, altri lo definiscono come il
principe di questo mondo: ad ogni modo, tutti hanno lo stesso
significato. Si tratta anche dell’uomo del peccato, che la luce
della rivelazione di Cristo, sta oggi esponendo [2
Tessalonicesi 2:3].
Quindi,
se siete spiritualmente vigili, non direte mai che l’uomo mortale è
buono, perché tutti gli uomini non hanno raggiunto il marchio della
perfezione in Cristo, e camminano nella somiglianza dell’abominevole
bestia. Ora comprendiamo perché Gesù definì gli ebrei che Lo
perseguitarono figli del padre il diavolo, a significare che
portavano il nome e le impronte del diavolo, che come sappiamo, è il
nascondiglio sin dal principio. Ciò implica dunque, che gli uomini
di quest’epoca, che camminano secondo la carne, sono semplicemente
un insieme di menzogne, e come è noto, alcun mentitore può avere una
parte in Dio.
Per
accedere alla vita, ogni uomo deve riconoscere questa bestia
abominevole e rifiutarla. Questo è il motivo per cui Gesù disse la
semplice frase: “Devi
negare te stesso per avere Me, la vera creatura di Dio”.
Matteo 10:38 E chi non prende la sua croce e non viene dietro a Me,
non è degno di Me. 39 Chi avrà trovato la sua vita, la perderà; ma
chi avrà perduto la sua vita per causa Mia, la ritroverà.
Il
modello secondo la carne (ragione umana) è la bestia che distrugge.
Si tratta della bestia che l’uomo idolatra nell’ignoranza, mentre
abbandona il Creatore. Rammentate le parole di Paolo:
2Timoteo 3: 2 perché gli uomini saranno amanti di se stessi, avidi
di denaro, vanagloriosi, superbi, bestemmiatori, disubbidienti ai
genitori, ingrati, scellerati, 3 senza affetto, implacabili,
calunniatori, intemperanti, crudeli, senza amore per il bene, 4
traditori, temerari, orgogliosi, amanti dei piaceri invece che
amanti di Dio.
Non c’è
alcun modo di guardare esteriormente, saprete che è la natura
terrestre del degenere uomo naturale, le cui vie sono terrene e
diaboliche [Giacomo
3:14-16].
Coloro i
quali fuggiranno dalla corruzione nell’abisso (il mondo) e
regneranno nella vita sono quelli che supereranno questo marchio
abominevole, immagine e il suo nome (è la natura). Avviene a tutti
gli uomini, perché quelli nel mondo presente hanno le impronte della
carnalità a vari livelli. Questa è la vittoria sulla bestia, che
il Signore Gesù ha pianificato per noi, rivelandoSi per distruggere
le opere del diavolo (1
Giovanni 3:8).
La falsa identità terrestre dell’uomo è opera del diavolo, che dev’essere
portata via, affinché veda la vita.
Apocalisse 15:2
ci da
un’immagine di quelli che hanno realizzato questa grande vittoria,
che il Signore ha preparato per noi sulla croce, distruggendo il
diavolo.
Ruvelazioni 15:2 E vidi come un mare di vetro, misto a fuoco e, in
piedi sul mare di vetro, quelli che avevano ottenuto vittoria sulla
bestia, sulla sua immagine, sul suo marchio e sul numero del suo
nome. Essi avevano le cetre di Dio.
Per
restare immobili e camminare sul mare in tempesta e riscoprire le
nostre arpe angeliche, con canti di libertà e liberazione, dobbiamo
ricevere le opere della croce nelle nostre vite, in nome della Fede
e confessare Cristo. Nessuna bestia feroce può stare nel luogo della
vita [Isaia
35:9].
IL
GRANDE TRONO BIANCO DEL GIUDIZIO
Dopo
tutto ciò, Daniele vide anche dei troni, collocati per il giudizio e
l’Antico di giorni Si sedette, per amministrare il giudizio. Vide
anche un fiume di fuoco, che scorreva dalla Sua presenza, mentre
migliaia amministravano intorno a Lui.
Daniele 7:9 Io continuai a guardare finché furono collocati troni e
l'Antico di giorni Si assise. La Sua veste era bianca come la neve e
i capelli del Suo capo erano come lana pura; il Suo trono era come
fiamme di fuoco e le sue ruote come fuoco ardente. 10 Un fiume di
fuoco scorreva, uscendo dalla Sua presenza; mille migliaia Lo
servivano e miriadi di miriadi stavano davanti a Lui. Il giudizio si
tenne e i libri furono aperti. 11 Allora io guardai a motivo
delle grandi parole che il corno proferiva; guardai finché la bestia
fu uccisa, e il suo corpo distrutto e gettato nel fuoco per essere
arso. 12 Quanto alle altre bestie, il dominio fu loro tolto, ma fu
loro concesso un prolungamento di vita per un periodo stabilito di
tempo.
Mentre
lo Spirito si mischia con il grande mare, letteralmente chiama i
morti dinnanzi al grande trono del giudizio di Cristo. Non conta se
abbiate o meno un corpo di carne, perché ogni uomo deve apparire
dinnanzi all’invisibile trono [2Corinzi
5:9-11].
Comprenderete che è simile al grande trono bianco del giudizio, che
troviamo nel
Capitolo XX
de
Il Libro delle Apocalisse
, in cui
i morti che dimoravano nei grandi abissi del mare, simili al regno
dell’inferno e della morte, vengono condotti dinnanzi al trono di
Dio, per essere giudicati secondo le proprie azioni.
Apocalisse 20:11 Poi vidi un gran trono bianco e Colui che vi sedeva
sopra, dalla cui presenza fuggirono il cielo e la terra, e non fu
più trovato posto per loro. 12 E vidi i morti, grandi e piccoli, che
stavano ritti davanti a Dio, e i libri furono aperti; e fu aperto un
altro libro, che è il libro della vita; e i morti furono giudicati
in base alle cose scritte nei libri, secondo le loro opere. 13 E
il mare restituì i morti che erano in esso, la morte e l'Ades
restituirono i morti che erano in loro, ed essi furono giudicati,
ciascuno secondo le sue opere. 14 Poi la morte e l'Ades furono
gettati nello stagno di fuoco. Questa è la morte seconda. 15 E se
qualcuno non fu trovato scritto nel libro della vita, fu gettato
nello stagno di fuoco.
Appariremo dinnanzi al trono del giudizio, quando ascolteremo le
parole della verità, che riveleranno ciò che è stato celato agli
occhi dell’uomo, nella sua discesa negli abissi di inferno e morte.
Una volta che l’uomo ascolta la voce della verità, proveniente dal
Padre o vede la Gloria dell’invisibile Dio, manifestata attraverso
coloro che si uniscono nel nome del Signore, il suo unico dovere è
di allinearsi con la verità, per poi entrare nel riposo. La volontà
del Padre è che ogni uomo percepisca la verità, che è l’immagine
spirituale di Cristo, e ritorni dall’abisso dell’umanità; per tale
motivo, la voce dal Cielo dice: “ASCOLTATELO”.
Se un uomo ascolta la voce della verità e si ribella ad essa,
rifiutando di ricevere umilmente le istruzioni e conformarsi di
nuovo a Cristo, non troverà mai riposo per la sua anima, finché
continuerà a ribellarsi [Romani
2:3-11].
Gesù
disse: “Se
ogni uomo Lo vede, allora vede Colui che Mi ha inviato”
ed aggiunge: “Non
giudica alcun uomo, ma piuttosto le sue parole”,
che sono le parole di Colui che L’ha inviato, lo giudicheranno
l’ultimo giorno.
Giovanni 12: 45 E chi vede Me, vede Colui che Mi ha mandato. 46 Io
sono venuto come luce per il mondo, affinché chiunque crede in Me
non resti nelle tenebre. 47 E se uno ode le Mie parole e non crede,
Io non lo giudico; perché Io non sono venuto a giudicare il mondo,
ma a salvare il mondo. 48 Chi Mi respinge e non accoglie le Mie
parole, ha chi lo giudica; la parola che ho annunziata sarà quella
che lo giudicherà nell'ultimo giorno.
Chi vediamo attraverso Gesù? Di chi è la voce che sentiamo
attraverso Gesù?
Si
tratta dello stesso Antico di giorni, che Daniele vide seduto sul
trono del giudizio. Oggi, il mondo vede Gesù attraverso la chiesa,
il Suo corpo. Tutto questo significa che l’invisibile presenza di
Dio è svelata, e le parole vengono ascoltate attraverso coloro i
quali si sono riuniti nel nome di Cristo, ossia le miriadi di santi
che Daniele vide servire l’Antico di giorni. Questi santi
manifestano collettivamente l’Antico di giorni (l’Alfa e l’Omega)
dinnanzi al mondo. Ciò che Daniele vide si trattò soltanto di
un’immagine allegorica del raduno eterno in Cristo, e le miriadi che
Lo servono nel nome dell’Antico di giorni sono una cosa sola con
Lui, sono un solo Spirito con il Signore. Se si vede uno di tali
santi, allora al tempo stesso, vuol dire che si sta osservando
letteralmente l’immagine del vero Dio invisibile. Paolo, Pietro e
molti altri santi fanno parte di quel numero; oggi, noi che
ascoltiamo la verità, ci allineiamo con il Signore ed i Suoi
progetti eterni, facciamo parte di quel numero.
Questi
santi, che servono l’Antico di giorni, sono gli unici, di cui Enok
aveva profetizzato molti anni prima che Daniele apparisse sulle
scene:
Giuda 1: 14 Ebbene, per loro profetizzò anche Enok, il settimo da
Adamo, dicendo: «Ecco, il Signore è venuto con le Sue sante miriadi,
15 per far giudizio contro tutti e per convincere tutti gli empi di
tutte le opere d'empietà che hanno commesso empiamente e di tutte le
parole offensive che gli empi peccatori hanno proferito contro di
Lui». 16 Costoro sono mormoratori, scontenti, che camminano secondo
le loro passioni; per di più la loro bocca proferisce cose oltremodo
gonfie e adulano le persone per l'utilità propria.
Se
esaminiamo attentamente la lettera di Giuda, si noterà che menziona
bocche che proferiscono fiumi di parole. Ciò ci rammenta della
quarta orribile creatura che emerge fuori dalle acque del mare, con
il piccolo corno che parlava presuntuosamente. Si tratta
semplicemente di un’immagine dell’egoista uomo mortale, che cammina
nella vanità della sua mente, mentre reclama di essere Dio. Quindi,
vedete, il giudizio riguarda la carne.
Non è
Dio che cerca di punire o tormentare gli uomini, ma la realtà della
Sua perfetta Gloria, che si manifesta dinnanzi ai volti degli
uomini, condannando per i peccati ed i tormenti che commettono
coloro che si aggrappano alle menzogne. Ogni uomo che ascolta la
voce della verità, deve allinearsi con la verità e vivere,
altrimenti patirà i tormenti e la condanna per il peccato, riservata
agli empi. A questo punto, qualcuno potrebbe chiedere che cosa sia
la verità: essa è Spirito, il quale è verità, a significare che
tutti gli uomini devono conformarsi allo Spirito, che è la nostra
vita. Lo Spirito è assoluta perfezione, che porta al totale accesso
al Padre. Per sfuggire al giudizio eterno, dobbiamo abbracciare
Cristo, esercitandoci nella Parola del Suo amore, così da poter
essere retti il giorno del giudizio [1
Giovanni 4:17].
Dunque,
il trono del giudizio di Cristo s’è reso manifesto, svelando le cose
invisibili di Dio, dinnanzi agli occhi degli uomini, che dimorano
nell’abisso del grande mare. Si tratta di una realtà concreta, e
siamo ammoniti affinché ci sottomettiamo alla verità così come la
sentiamo, in quanto possiamo vivere secondo la verità e non contro
di essa. Non dovremmo agire come quelli che ascoltano queste parole
e sanno nel loro cuore, che si tratta della Parola del Signore, e
cercano di allontanarsi dalla Sua presenza: infatti, scoprirete che
non esiste alcun luogo in cui nascondersi da Dio. Tutti gli uomini
devono uscire fuori dalle loro oscure tane (sistemi e credenze
umani), dove una volta vivevano, in relazione con la menzogna, e
presentarsi dinnanzi al Creatore.
Apocalisse 6:14 Quindi il cielo si ritirò come una pergamena che si
arrotola, ed ogni montagna ed isola fu smossa dal suo luogo. 15 E i
re della terra, i grandi, i ricchi, i capitani, i potenti, ogni
schiavo ed ogni uomo libero si nascosero nelle spelonche e fra le
rocce dei monti, 16 e dicevano ai monti e alle rocce: «Cadeteci
addosso e nascondeteci dalla faccia di colui che siede sul trono e
dall'ira dell'Agnello, 17 perché è venuto il gran giorno della Sua
ira; e chi può resistere?».
Gesù
dice che sta giungendo l’ora (presente e continua) in cui chi è
sepolto nelle tenebre del grande abisso (le tombe) ascolterà la voce
del Figlio dell’uomo, e giungerà dinnanzi a Dio, ascoltando il Suo
giudizio.
Giovanni 5:28 Non vi meravigliate di questo, perché l'ora viene, in
cui tutti coloro che sono nei sepolcri udranno la Sua voce 29 e ne
usciranno; quelli che hanno fatto il bene in risurrezione di vita, e
quelli che hanno fatto il male in risurrezione di condanna.
Nella
resurrezione, la condanna e la distruzione spettano alla carne (la
mente del serpente), che va di pari passo con la falsa identità
terrestre dell’uomo. Questa è la bestia, che è uccisa dalla spada
dello Spirito, e si dissolve nel fuoco di Dio. Il fuoco
dell’invisibile presenza di Dio brucia e dissolve la bestia ed il
suo regno, così che tutto ciò che rimane è la vera creatura di Dio,
che come sappiamo è puro Spirito. Ciò è assolutamente necessario, se
vogliamo far parte del Suo Regno eterno, visto che carne e sangue
non possono, in alcun modo, accedere alla vita.
Attraverseremo il fuoco in un certo senso, ma il Signore ha promesso
che coloro i quali resteranno fedeli nella morte di Gesù, nostro
Signore, non saranno feriti dal lago di fuoco, definito anche
seconda morte [Apocalisse
2:10-11].
Il lago di fuoco consuma soltanto la carne. Per ottenere la
liberazione dall’uomo del peccato (la carne), dobbiamo sottometterci
alla verità e permettere che ogni traccia di carnalità scompaia in
noi.
SOTTOMISSIONE DELLE BESTIE CHE ASCEDONO DAL ABISSO
Daniele 7:12 Quanto alle altre bestie, il dominio fu loro tolto, ma
fu loro concesso un prolungamento di vita per un periodo stabilito
di tempo.
Dopo che
la terribile creatura (identità secondo la carne) bestemmiò contro
Dio, fu uccisa ed il suo corpo fu distrutto, Daniele vide che il
dominio venne sottratto alle altre tre bestie, ossia il leone con
ali d’aquila, il leopardo con ali di gallo e l’orso, che mangiava la
carne. Queste bestie rappresentano le componenti interiori
dell’uomo, originariamente ideate per sottostare al vero uomo
interiore (lo Spirito).
Nel
racconto della creazione dell’uomo in
Genesi 1:26,
che abbiamo stabilito essere puramente allegorico, Dio lasciò
all’uomo il dominio su ogni animale che si muoveva sulla faccia
della terra. Lo Spirito si riferiva davvero ai componenti dell’uomo
interiore: possono definirsi desideri, volontà, pensieri, emozioni,
coscienza, ecc. Con la caduta, l’uomo ha perso il dominio sulle
bestie ed i suoi componenti interiori sono diventati
incontrollabili. In questo stato, l’uomo si ritrova schiavo dei
dettami dei propri desideri lussuriosi, perché lo dominano.
Chiedete
ad un uomo se gli piaccia peccare: vi dirà di no, ma non può farne a
meno. Personalmente, non conosco alcun uomo che ami peccare; le
persone potrebbero fingere il contrario, ma in realtà, nel profondo
del loro cuore, gemono per la libertà da quella natura da peccatori.
Una volta Gesù disse che chiunque commette un peccato, è servo del
peccato; ma Egli è qui per liberarci [Giovanni
6:34-36].
L’opera di redenzione di Dio consiste nel riportare i componenti di
nuovo sotto il dominio di Cristo (lo Spirito o l’uomo interiore):
ecco perché Daniele vide le bestie perdere il loro dominio [Daniele
7:12].
Tutte le membra interiori dell’uomo devono sottomettersi al Cristo
interiore, mettendo fine ai desideri lussuriosi, all’avidità, ai
tormenti emotivi, ecc. Quando i desideri, la volontà, i sentimenti
ed ogni cosa che appartiene all’uomo saranno soggetti allo Spirito,
il potere della lussuria sarà spezzato e l’uomo conoscerà la vera
libertà nello Spirito, lontano dalla diabolica sensazione di essere
un peccatore.
Isaia 11
ci fornisce un’immagine di queste creature sconfitte, mentre vengono
soggiogate e si accordano con lo Spirito di Dio. Il respiro di Dio
(lo Spirito) uccide il maligno (la carne) e introduce un segnale
spettacolare per gli anni a venire.
Isaia 11: 4 ma giudicherà i poveri con giustizia e farà decisioni
eque per gli umili del paese. Colpirà il paese con la verga della
Sua bocca e col soffio delle Sue labbra farà morire l'empio. 5
La giustizia sarà la cintura dei Suoi lombi e la fedeltà la cintura
dei Suoi fianchi. 6 Il lupo abiterà con l'agnello e il leopardo
giacerà col capretto; il vitello, il leoncello e il bestiame
ingrassato staranno insieme e un bambino li guiderà. 7 La vacca
pascolerà con l'orsa, i loro piccoli giaceranno insieme, e il
leone si nutrirà di paglia come il bue. 8 Il lattante giocherà
sulla buca dell'aspide, e il bambino divezzato metterà la sua mano
nel covo della vipera. 9 Non si farà né male né distruzione su
tutto il mio monte santo, poiché il paese sarà ripieno della
conoscenza dell'Eterno, come le acque ricoprono il mare. 10 In quel
giorno avverrà che la radice di Isaia si ergerà come una bandiera
per i popoli; le nazioni Lo cercheranno, e il luogo del Suo riposo
sarà glorioso.
Il
selvaggio distruttivo leone diventa come un bue, l’orso mangiatore
di carne diventa come una mucca, il leopardo diventa come un
capretto, a significare che la violenza e ogni desiderio lussurioso
spariranno nell’uomo. La conoscenza del Signore ora diventa come
l’acqua che riempie i mari; questo dipinge lo stato d’ascensione
dell’uomo nella consapevolezza, che vede le cose soltanto attraverso
la vista spirituale. In questo stato, tutto ciò che esiste è la
Gloria di Dio; è un Regno immutevole, in cui quiete e pace
abbondano, in un modo che sorpassa la conoscenza dell’uomo. In tale
consapevolezza, timore, ansia, senso di vuoto, ecc. cessano tutti,
perché l’uomo ha la propria essenza nel Dio vivente. Questo è il
segno dei redenti, visto e creduto tra i gentili.
Nell’ascensione fuori dal grande mare dell’umanità, le opere di Dio
nel nome dello Spirito, illuminano la vista della comprensione
umana, così che non operiamo più secondo la vanità della nostra
mente, piuttosto possiamo guardare Colui che vive e vivere secondo
la Sua volontà. Quando l’uomo pone la sua mente nello Spirito,
quelle selvagge creature vengono traslate, così che possano divenire
pienamente consapevoli della meravigliosa presenza invisibile del
Dio vivente. In tale consapevolezza, ogni componente nell’uomo
diventa soggetto a Dio, e vive secondo Lui.
Questo è
quanto l’apostolo Giovanni vide in
Apocalisse 4,
quando fu portato attraverso una porta nei Cieli, per vedere le cose
a venire. Si tratta di cose che si realizzano nelle vite di quelli
che sono riscattati dalle profondità del grande mare.
Apocalisse 4:6 E davanti al trono c'era come un mare di vetro
simile a cristallo, ed in mezzo al trono e attorno al trono c'erano
quattro esseri viventi, pieni di occhi davanti e di dietro. 7 Il
primo essere vivente era simile a un leone, il secondo essere
vivente simile a un vitello, il terzo essere vivente aveva la faccia
come un uomo e il quarto era simile a un'aquila. 8 I quattro
esseri viventi avevano ognuno sei ali e intorno e dentro erano
pieni di occhi; e non cessano mai, né giorno né notte, di
dire: «Santo, santo, santo è il Signore Dio, l'Onnipotente, che era,
che è e che ha da venire!». 9 E ogni volta che gli esseri
viventi rendono Gloria, onore e grazie a Colui che siede sul trono,
a Colui che vive nei secoli dei secoli, 10 i ventiquattro anziani si
prostrano davanti a Colui che siede sul trono e adorano Colui che
vive nei secoli dei secoli, e gettano le loro corone davanti al
trono, dicendo: 11 «Degno sei, o Signore, di ricevere la Gloria,
l'onore e la potenza, perché tu hai creato tutte le cose, e per Tua
volontà esistono e sono state create».
Le
bestie che una volta operavano negli oscuri abissi, sono piene di
occhi su di loro. Questo vuol dire che i desideri, la volontà, i
sentimenti, i pensieri ed ogni cosa nell’interiorità umana ora viene
totalmente illuminata, ed è in perfetto allineamento con Colui che
occupa il trono, servendoLo e onorandoLo giorno e notte. Guardare
qualcosa oltre a Lui che siede sul trono, equivale a guardare idoli
e vanità. L’uomo è schiavo della corruzione, quando vive in
relazione a tutto ciò che non appartiene all’eterno Spirito, che
occupa quel trono. Per questo motivo, Gesù dice: “Lasciate
che il vostro occhio sia unico, ed il vostro corpo sarà pieno della
luce della vita. Lasciate che i vostri occhi vedano Colui che dimora
per l’eternità e vivete in relazione a Lui, perché è l’unica vita
che esiste”.
IL SEGNO
DEL FIGLIO DELL’UOMO NEI CIELI
Daniele 7:13 13 Io guardavo nelle visioni notturne, ed ecco sulle
nubi del cielo venire uno simile a un Figlio dell'uomo; Egli
giunse fino all'Antico di giorni e fu fatto avvicinare a Lui. 14 A
Lui fu dato dominio, Gloria e Regno, perché tutti i popoli, nazioni
e lingue Lo servissero; il Suo dominio è un dominio eterno che non
passerà, e il Suo Regno è un Regno che non sarà mai distrutto»..
Dalle
sezioni precedenti, possiamo dire che c’è un continuo progresso
verso l’alto, fino all’impeccabile Gloria del Padre. Tutti i segni
di cui abbiamo letto, avvengono coerentemente dentro di noi, sia
individualmente sia collettivamente. L’ascensione della creatura
abominevole dagli abissi, l’annientamento della terribile e fiera
creatura, e la sconfitta delle bestie, sono tutte attività dal
valore allegorico dentro di noi, visto che si svela la vera creatura
di Dio. La vera creatura di Dio è il Figlio di Dio, che come vediamo
in
Genesi 1:26,
possiede il dominio e la Gloria del Dio vivente. Come sappiamo,
Cristo rappresenta l’uomo, la cui immagine appartiene al Dio
invisibile ed incorruttibile. Ciò rappresenta il vero stato di ogni
uomo dal principio, e il principio è lo scopo per ogni uomo.
L’uomo
si ritrova in tribolazione e privo della Gloria e del potere del
Padre, semplicemente perché ha perso la Gloria, conformandosi a
questo mondo. Dio non sottrae all’uomo il dominio assoluto, è
piuttosto l’uomo a sottrarsene, talvolta per ignoranza. In altre
parole, tutti gli uomini sono discesi da quella pura immagine
celestiale del Dio vivente, e poi si sono conformati all’immagine
dell’uomo terrestre, che come abbiamo appreso, è connessa ad una
bestia che dimora nella dimensione del nulla (abisso), dove non c’è
alcun tipo di conoscenza.
La buona
notizia è che, se tutti siamo finiti a conformarci all’immagine
terrestre (bestia), dovremmo anche portare l’immagine celeste, che
il Signore del Cielo. La fine della bestia è qui, è stata
distrutta sulla croce, e stiamo vivendo la sua definitiva sconfitta,
nello splendore della venuta di Cristo e del Suo svelarsi dentro di
noi. L’interiore vista spirituale è stata ancora una volta
illuminata, così che possiamo di nuovo conoscere noi stessi nel modo
in cui siamo conosciuti da Dio e percepire quel vero mondo, innesto
nel Dio vivente. Non cammineremo più nella vanità della mente
carnale, come in passato, ma ora cammineremo nell’unità dello
Spirito dell’Antico di giorni, che è in ogni cosa. L’Antico di
giorni non ha principio o fine; questo è il punto di vista
spirituale del Padre di tutti gli Spiriti. Se ogni uomo non Lo
guardasse seduto sul trono, finirà negli abissi marini a guardare
nient’altro che vanità.
La
nuvola gloriosa su cui Daniele vide il Figlio dell’uomo è la Gloria
di Dio, che l’uomo perse in Adamo. In realtà, è la nostra vera
copertura dal principio, prima che iniziassimo ad avvertire la
vergogna per la nostra nudità ed indegnità in Adamo. Quel Regno
perduto, la Gloria ed il potere vengono oggi ripristinati per l’uomo
in tutta la loro totalità, mentre risorge dall’abisso del nulla.
Per tale ragione, preghiamo: “Venga
il Tuo Regno.... Tuo è il Regno, la Gloria e il potere per sempre”.
Sappiamo anche che tutto appartiene al Padre ed ugualmente al
Figlio, così l’ascensione nella consapevolezza di Cristo fa sì che
l’uomo riscopra di nuovo il dominio, la Gloria e il Regno.
Nell’ascensione dell’uomo alla nuvola gloriosa, il suo sguardo
spirituale viene continuamente illuminato, e l’attaccamento alla
carne viene distrutto dallo splendore della rivelazione di Cristo.
Carne e sangue compongono l’immagine della bestia, che viene
distrutta con lo splendore della venuta o svelamento del Cristo
interiore. Ogni nostra facoltà interiore dev’essere soggetta allo
Spirito (Cristo), perché lo Spirito è la nostra vera vita. In tal
modo, Dio diventa ogni cosa e sappiamo, che in Lui non c’è la morte;
in questo consiste il fine della Fede.
1 Corinzi 15:24 Poi verrà la fine, quando rimetterà il Regno nelle
mani di Dio Padre, dopo aver annientato ogni dominio, ogni potestà e
potenza. 25 Bisogna infatti che Egli regni, finché non abbia messo
tutti i nemici sotto i Suoi piedi. 26 L'ultimo nemico che sarà
distrutto è la morte. 27 Dio infatti ha posto ogni cosa sotto i Suoi
piedi. Quando però dice che ogni cosa Gli è sottoposta, è chiaro che
ne è eccettuato Colui che Gli ha sottoposto ogni cosa. 28 E quando
ogni cosa Gli sarà sottoposta, allora il Figlio sarà anch'Egli
sottoposto a Colui che Gli ha sottoposto ogni cosa, affinché Dio sia
tutto in tutti.
Per
questa ragione, Daniele vide il Figlio dell’uomo (Tu ed Io)
presentarSi all’Antico di giorni, ad indicare che il Figlio ritorna
alla divinità. In ciò consiste la meraviglia delle meraviglie, di
cui tutti siamo originari, dall’eterno Spirito, che non ha principio
e fine, e di cui ogni cosa è costituita. Questa è la Parola che lo
Spirito ha riferito all’uomo, sin dai giorni di Abramo, quando
disse: “Io
sono la tua più grande ricompensa, e ti renderò padre di molte
nazioni”.
Esiste un unico Padre, ed esiste un solo Dio vivente, l’unico che
appare come l'Antico di giorni. Perciò, vedete, la nostra corona
della vita è il Padre.
In
conclusione, il Figlio dell’uomo che Daniele vide giungere sulle
nuvole del Cielo è un’immagine delle nostre identità individuali,
tornate con l’ascensione alla Gloria del Padre, che appare come
l’Antico di giorni.
La
nostra vera origine è nell’Antico di giorni, in una dimensione di
pura luce; si tratta della vera vita eterna, che Gesù è giunto a
rivelare al mondo. Nella nostra ora oscura, siamo discesi negli
abissi del nulla, noti come grande mare, e siamo diventati
prigionieri di corruzione e vanità, e abbiamo perduto la nostra vera
vita. La Grazia di Dio è apparsa dal Cielo, illuminandoci con la
comprensione celeste e facendoci fuggire dal perderci nell’abisso
(il mondo), e facendoci accedere e a possedere il regno spirituale
e l’impeccabile Gloria di Dio per sempre.
Fratello
Trevor Eghagha