Quest’articolo ci
illumina nella gloriosa opera di liberazione che Gesù sta compiendo
oggi sulla terra.
Consciamente ed inconsciamente, l’uomo
conforme all’immagine delle brute e striscianti bestie che vivono
secondo i loro sensi naturali, nega la consapevolezza della sua
gloriosa forma ad immagine e somiglianza del vero ed unico Dio
immortale. Nel suo nuovo stato derivato dalla trasgressione, l’uomo
diventa schiavo della corruzione e del peccato. Ponendo l’attenzione
sul creato terreno, trascurando il Creatore in Alto, diventa un
essere riprovevole, a causa della sua natura basata sulla lussuria e
sull’avidità. Grazie alla propria natura legata alla corruzione in
questo visibile mondo materiale, dominato dal potere della lussuria,
l’oscuro cuore dell’uomo diviene ora fonte infinita di iniquità, da
cui nascono i pensieri e l’immaginazione malvagi: come ad esempio,
le gelosie, l’odio, la lussuria, i furti, l’orgoglio, le
chiacchiere, i peccati di gola, ecc. L’infinito flusso dell’iniquità
proveniente dall’interiorità dell’uomo, che vive la vita al di fuori
del proprio stato derivato dall’essenza carnale, è ciò che contamina
l’uomo dinnanzi a Dio. In realtà, non è Dio che si manda l’uomo
dalla Sua presenza, non ci nega neanche la totalità della Sua
Gloria; ciò che nega all’uomo l’accesso alla pienezza della
Gloria di Dio è il sentirsi indegno, sensazione che deriva dalla
coscienza contaminata.
Perché gli uomini si rivoltano nei
loro stessi letti in modo agitato, dimostrandosi sempre incapaci di
trovare un senso di soddisfazione e completezza da esprimere? Esiste
sempre il tormento nell’uomo, a causa del suo carnale e lussurioso
stato; come un deserto, in cui scarseggia sempre l’acqua, una tomba
o un ventre sterile che riceve continuamente, l’uomo non potrà mai
esser soddisfatto e realizzato. Continuerà a peccare nella lussuria
e non troverà mai pace.
I seguenti versi, dal libro di
Proverbi che segue, mostra l’insaziabile stato dell’uomo:
Proverbi
30:15-16 15La sanguisuga ha due figlie, che dicono:
«Dammi, dammi!». Ci sono tre cose che non si saziano mai, anzi
quattro non dicono mai: «Basta!». 16Lo Sceol, il grembo
sterile, la terra che non si sazia di acqua e il fuoco che non dice
mai: «Basta!».
La storia del folle di Gadarenes
rivela in realtà, l’opera di salvezza che Dio ha compiuto sin dai
giorni in cui la Parola è stata predicata da Gesù. La buona novella
della salvezza è stata riferita a tutte le creature al di sotto il
cielo, così che possano ascendere e tornare al giusto luogo della
Gloria. La liberazione dell’uomo di Gadarenes, è una parabola
spirituale che contiene un potente messaggio in merito l’opera che
Dio oggi sta compiendo sulla terra e conferma la nostra Fede in Lui,
in merito al fatto che saremo in Lui quando apparirà.
Ho ricevuto un paio di e-mails da
meravigliosi fratelli, che mi hanno chiesto dei chiarimenti su
alcuni dei nostri articoli sul sito web, pertanto darò alcune
spiegazioni prima di proseguire con questo messaggio. Dovremmo
sempre rammentare che le testimonianze di Gesù sono di natura
profetica. Dio ha in mente un unico progetto, ossia quello di
salvare l’intera umanità e riunirla nel Regno del Suo caro Figlio,
nient’altro. Le grandi opere di Gesù contenute all’interno dei
Vangeli di Matteo, Marco, Luca e Giovanni erano tutte
state programmate sin dalla creazione del mondo, in funzione di
tipologie o ombre delle opere di liberazione e di giustificazione
che Dio farà attraverso Suo Figlio, per l’eternità. Quando vediamo
un’ombra, in realtà non vediamo altro che un punto o evidenza di una
cosa reale, non la cosa reale stessa. Le opere che Gesù ha compiuto
durante i giorni della Sua vita mortale, continuano oggi e per
l’eternità, mediante lo stesso Spirito che agì in Gesù. Ricordate
sempre che le opere di Dio vanno registrate con occhi spirituali, la
cui funzione è più importante di quelli naturali. La vista
spirituale delle opere di Gesù rivela quelle di Dio, fatte nel Suo
Regno eterno e nella Sua infinita Gloria. Le opere da Egli compiute,
nel mondo materiale ci fanno discernere le vere opere spirituali
grazie allo Spirito. Ci si riferisce in tale contesto, alla
guarigione dei ciechi, sordi, liberandoli dai demoni che li
opprimono e risuscitare i defunti: tutto ciò avviene ancora oggi.
Queste opere vengono attuate oggi ripetutamente, sotto un importante
profilo spirituale, così che i ciechi che non vedevano la verità,
ora possono vederla brillare dal volto di Gesù e vivere. I sordi che
non potevano sentire o discernere la verità, ora possono esser
guariti ed ascoltarla. I muti, la cui lingua era frenata
dall’incredulità, ora parlano con la vice della Fede, essendo stati
guariti dal Signore.
Gesù riferì su una delle frasi del
profeta Isaia, come segue, in Matteo 13:15 : spiegò ai
Suoi discepoli perché le moltitudini potevano ascoltarlo, tramite
le parabole e non i veri messaggi che esse contenevano. Leggere di
Gesù senza una vista spirituale, equivale ad ascoltare le parabole
senza ottenere un vero insegnamento. La guarigione proviene
dall’ascolto dello Spirito, e non da quello della nostra mente
carnale; lo Spirito rivela i pensieri profondi di Dio ed illumina il
nostro cammino verso la vita eterna, mentre la comprensione derivata
dalle nostre facoltà carnali oscura il cammino dell’uomo,
conducendolo alla morte. L’uomo può essere convertito o spostato dal
proprio impoverito stato di carne e sangue, soltanto se le sue
facoltà spirituali si evidenziano, aprendosi a Dio. Nella vita, la
Fede viene ascoltando, perciò dovremmo ascoltare cosa Dio sta
comunicando all’umanità, tramite le testimonianze di Gesù. La verità
è pura rivelazione che viene dall’Alto; rivela il vero Dio vivente e
la nostra parte in Lui, cioè qualcosa che abbiamo totalmente
dimenticato.
Una chiara immagine dell’opera di Dio
consiste nel resuscitare i morti e farli tornare a vivere. I morti
sono quelli che sono allontanati dall’amorevole presenza di Dio, a
causa dei loro peccati e trasgressioni: in tale stato, l’uomo perde
tutta la coscienza del proprio perfetto io ad immagine del
Dio vivente. I morti fisicamente non hanno la cosciente conoscenza
della verità; sono seppelliti sotto terra e ricoperti dalla profonda
oscurità. Non vedono né sentono, non possono mangiare, parlare,
camminare o provare sensazioni. Tutto ciò che essi possiedono è il
potere della tomba, e la distruzione regna sui loro corpi. I vermi
si nutrono costantemente di loro, ed i loro corpi trasudano il
fetore della decomposizione e la loro presenza è continuamente
rovinata. Tutto ciò serve a descrivere l’ignoranza dell’umanità;
descrive l’uomo sepolto nel suo carnale senso dell’esistenza. A
causa del suo profondo stato nell’ignoranza, l’uomo non vede e
ascolta Dio e nemmeno la Sua amabile dolcezza. Tutti gli uomini
mortali non vedono altro che attraverso la vanità, ossia tramite le
false immagini ed idoli, che chiaramente non rappresentano Dio. Nel
suo cuore, l’uomo si smarrisce in tali idoli, solo per annegare
negli infiniti abissi della vasca della distruzione. L’umanità reca
con sé l’odore della follia, malvagità, e di tutto ciò che deriva
dall’imperfezione, in quanto i cuori e le menti sono puntati su ciò
che non è Dio. Quando lo Spirito di Cristo agirà per resuscitare i
morti, lo farà per risvegliarsi nella Gloria del Dio vivente.
Attraverso gli occhi dello Spirito,
esaminiamo la liberazione del folle di Gadarenes (Luca 8:26-39).
Luca 8:26-39 26Poi
navigarono verso la regione dei Gadareni che sta di fronte alla
Galilea; 27e, quando scese a terra, gli venne incontro
un uomo di quella città, il quale già da lungo tempo era posseduto
da demoni, e non indossava vesti, e non abitava in alcuna casa, ma
tra i sepolcri. 28Quando vide Gesú, lanciò un grido, gli
si gettò ai piedi e disse a gran voce: «Che vi è fra me e te, o Gesú,
Figlio del Dio Altissimo? Ti prego, non tormentarmi!». 29Gesú
comandava infatti allo spirito immondo di uscire da quell'uomo,
perché molte volte se ne era impossessato e, benché fosse stato
legato con catene e con ceppi e fosse sorvegliato, egli spezzava i
legami ed era spinto dal demone nei deserti. 30E Gesú lo
interrogò, dicendo: «Qual è il tuo nome?». Ed egli disse: «Legione».
Perché molti demoni erano entrati in lui. 31Ed essi lo
pregavano che non comandasse loro di andare nell'abisso. 32Or
c'era là un numeroso branco di porci che pascolavano sul monte, e
quei demoni lo pregarono che permettesse loro di entrare in quelli.
Ed egli lo permise loro. 33I demoni allora, usciti da
quell'uomo, entrarono nei porci, e quel branco si precipitò dal
dirupo nel lago ed annegò. 34E quando videro ciò che era
accaduto, quelli che li custodivano fuggirono e andarono a portare
la notizia in città e per le campagne. 35La gente allora
uscí per vedere ciò che era accaduto e venne da Gesú, e trovò l'uomo
dal quale erano usciti i demoni seduto ai piedi di Gesú, vestito e
sano di mente, ed ebbe paura. 36Or quelli che avevano
visto l'accaduto, raccontarono loro come l'indemoniato era stato
liberato. 37Allora tutta la popolazione della regione
dei Gadareni, chiese a Gesú di allontanarsi da loro, perché erano in
preda a un grande spavento. E Gesú, salito sulla barca, tornò
indietro. 38Intanto l'uomo, da cui erano usciti i
demoni, lo pregava di poter restare con lui; ma Gesú lo congedò,
dicendo: 39«Ritorna a casa tua e racconta quali grandi
cose Dio ha fatto per te». Ed egli se ne andò per tutta la città
proclamando le grandi cose che Gesú aveva fatto per lui.
Il folle di Gadarenes rappresenta
l’uomo nel suo basso stato, dopo aver perduto quello glorioso ed
incorruttibile, per abbracciare una mortale identità terrena. Il
tormentato e problematico stato del folle indica il suo continuo
essere in preda della paura, insicurezza, lussuriosi pensieri e
desideri. Nel desiderio di rendere le cose mortali immortali, che ha
creato per se stesso, nella sua ignoranza, l’uomo è incapace di
trovare riposo e soddisfazione per la sua anima. Tutti gli uomini
che vivono secondo il modo maledetto di Adamo, che rappresenta la
vita imprigionata nel potere della mente carnale, stanno vivendo la
stessa vita del folle di Gadarenes, che nella sua follia perde
coscienza del proprio io nella perfezione del potere di Dio,
e si lascia controllare dalle forza immaginarie e dai principati di
questa epoca oscura.
La nudità
dell’uomo di Gadarenes testimonia il senso di impotenza e lo stato
d’indegnità in cui l’uomo si ritrova, quando si lascia trascinare
dalle tentazioni di questo mondo. Come leggeremo in seguito, tale
senso di nudità deriva dalla coscienza terrena dell’esperienza
adamitica; mira ad evidenziare un uomo senza alcuna protezione della
Gloria di Dio. Vivere una tale vita, equivale a vivere in una
vergogna spirituale, che provoca la perdita di coraggio nei
confronti del Dio vivente ed inoltre un ritorno al proprio cuore. E’
la nudità che porta l’uomo ad allontanarsi dalla fertilità del suo
vero e perpetuo luogo spirituale, per restare nel deserto
spirituale, pieno di spine e cardi selvatici, che rappresentano la
totale nudità spirituale.
I demoni o forze oscure portano spesso
il folle fino al deserto, cioè l’incredulità [Luca 8:29].
Il deserto è l’ambiente spirituale di quelli che sono annientati
dalla presenza di Dio; contiene la sterilità, il tormento e
l’angoscia dell’anima, dove l’uomo non trova riposo per l’anima. Il
deserto può anche essere paragonato ad uno stato spirituale, in cui
tutti quelli che si ribellano a Dio, languiscono nella morte.
Nella sua trasgressione, Adamo che
rappresenta lo stato più basso dell’uomo, fu cacciato dal Giardino
di Dio, luogo dell’abbondanza e pace, per occuparne uno desertico in
cui perse la prosperità ed illimitata Fede nel Dio vivente. Quando
fu generato, il segreto dell’abilità di Adamo di prosperare
consisteva nella sua unità con il Dio vivente, così che Cristo
potesse dire: “Io ed il Padre siamo uno”. Questa sacra
realtà si perde ad ogni modo, a causa dell’abbandono dell’immagine
celestiale e spirituale del Dio vivente, per assimilare quella
bestiale, tipica del mondo terreno(serpente). Oggi chiaramente,
sappiamo che il serpente che tentò Adamo, non era altro che la mente
carnale dell’uomo, legato alla terra. La mente degli uomini mortali
è unica e la sola ad essere la stessa di Satana. Gesù conferma ciò
quando dice: “Stai dietro di me Satana, perché non ti
interessano le cose di Dio, ma quelle degli uomini”.
Pertanto, il folle può essere considerato come un uomo portato nel
deserto dell’incredulità, grazie all’influenza delle forze sataniche
che governano questo mondo. Queste ultime rappresentano il
ragionamento collettivo degli uomini che vivono nell’ignoranza.
La Bibbia dice che il
folle dimorava tra le tombe, perché non aveva una casa propria [Luca
8:27].
Vivere tra le tombe significava il suo dimorare o la comunione con i
morti, cioè tutti quelli che non hanno ricevuto l’illuminazione
della conoscenza di Dio, infatti, nel Libro dei Salmi
si legge che essi non possono pregare Dio. Sono estraniati dalla
vita di Dio e sono privi di Dio sulla terra. Il mondo di oggi non è
altro che una grande tomba spirituale, casa dei morti, visto che
esso non conosce Dio. Il fetore della gelosia, lussuria, odio,
omicidio, ecc., è caratteristico di questo mondo privo della
conoscenza di Dio.
Il folle era anche riconosciuto per la
sua natura violenta, era talmente violento che neanche le catene
potevano frenarlo, ma quando ciò avveniva riusciva a romperle
Ciò avviene anche oggi in questo
mondo; i metodi umani che mirano a domare l’intera umanità non
avranno mai efficacia, perché tenteranno di risolvere il problema
con il problema stesso; gli uomini usano una saggezza derivata dalle
facoltà carnali e cercano di perfezionare l’uomo carnale. Le
moralistiche procedure degli uomini attuate mediante i governi, i
sistemi religiosi ed ogni forma di società, hanno tentato di domare
vanamente l’uomo. Più inventa nuove misure o nuove cose per domare
la violenta ed empia natura umana, tanto più realizzano l’inutilità
dei propri sforzi. L’imperfezione negli uomini mortali sembreranno
di essere in crescita ed si aumentare in continuo, non conta a
quanta complessità i metodi l’uomo stessi applicano per curagli.
Gli uomini si sono incontrati negli
anni ed hanno deciso di fondare una comune organizzazione, chiamata
Nazioni Unite, sforzandosi di promuovere la pace e la stabilità tra
le varie nazioni della terra, purtroppo però tutto ciò a cui
assistiamo sono oggi sempre più guerre e conflitti. Gli scienziati
cercano sempre più nuovi sistemi per sradicare malattie ed altre
forme di disturbi, solo per poi scoprire nuovi mali come l’Aids ed
il morbo della “mucca pazza”. Più l’uomo utilizzerà le catene per
domare e vigilare sui suoi simili, tanto più realizzerà quanto vani
siano tali tentativi.
Da un punto di vista prettamente
allegorico, alcune persone hanno vissuto la stessa esperienza del
folle di Gadarenes per molti anni, proprio come lui la visse per
svariati anni. Alcuni hanno cercato la pace, la sicurezza, la buona
salute per anni, ma hanno soltanto ottenuto l’opposto. Alcuni uomini
davvero desiderosi di piacere a Dio, di amare il Suo nome, ed essere
capaci di manifestare questo amore anche agli altri, hanno sempre
messo da parte i propri desideri interiori, per camminare degnamente
nel Suo nome. Altri hanno provato ad affidarsi alla chiesa
tradizionale, in cerca della guarigione della propria apparente
vigilante natura umana, solo per scoprire il proprio peggioramento;
altri ancora, hanno provato ad abbracciare virtualmente tutte le
religioni e confessioni, o cercato dei consigli, ecc., ma non hanno
mai ottenuto la tanto agognata guarigione.
All’interno del folle di Gadarenes,
c’era una parte sana capace di riconoscere il Figlio del Dio
vivente, nonostante fosse vittima di un’immensa schiera di demoni,
chiamata legione. Allo stesso modo, molte persone riconoscono ilo
nome del Signore, ma sono in pochi che si dimostrano capaci di
raggiungere il luogo in cui sanno di piacerGli; oggi, l’incapacità
di piacere a Dio è fonte di tristezza e frustrazione per molti
fratelli ma Dio sta per consegnarci le chiavi della liberazione in
questo momento.
I demoni erano in tanti e
rappresentavano tutte le innumerevoli imperfezioni degli uomini non
rigenerati. Le chiacchiere, la competizione, la gelosia, l’orgoglio,
la diffamazione, la lussuria, la gola, le malattie, intolleranza
razziale, la paura, i sintomi della paranoia, l’ubriachezza,
l’orgoglio spirituale e tutte le imperfette manifestazioni carnali a
cui si può pensare, sono tratti di un uomo imperfetto. Questo ad
indicare l’innumerevole quantità di imperfezioni della carne e
sangue.
Fino a quando l’uomo vivrà una vita
nella carne, sarà considerato impuro ed imperfetto. Vivere in tal
senso vuol dire agire secondo la coscienza della naturale mente
carnale dell’uomo, che vive in relazione all’esteriore mondo di
apparenze. Tutto questo conduce alla morte, perché causa la perdita
della conoscenza del Dio vivente; comporta inoltre, la perdita della
perfezione in Dio, abbracciando quella dell’uomo mortale. Se in
qualche modo commettiamo una mancanza in relazione alla volontà di
Dio, se manifestiamo odio per gi altri, se non proviamo amore per
Dio ed i Suoi eterni propositi, rientreremo nella stessa categoria
del folle. La carne ed il sangue non possono ereditare il Regno di
Dio, bensì il deserto e la tomba, perciò non dovremmo mai aspettarci
che una sorta di invenzione, possa concedere all’uomo di guarirli,
non possono semplicemente esserlo. Non lasciamoci ingannare,
ma rechiamoci verso lo specchio dello Spirito ed osserviamoci: se
vedremo un’immagine diversa dal Cristo, l’immagine di Dio vivente,
significa che staremo osservando quella di un folle.
Dio sta ora rivolgendosi ai Suoi
figli, dicendo: “Guardatevi bene dall’uomo mortale riunitevi
all’uomo dello Spirito (Gesù Cristo)[Isaia
2:22]
e vivrete l’esperienza della desiderata liberazione che cercate”.
E’ solo sottomettendosi allo Spirito che si può davvero ottenere la
liberazione, e pertanto assaggiare la grande salvezza. Proprio come
il folle, dobbiamo innanzitutto, discernere e riconoscere il Cristo,
prostrarsi ai Suoi piedi venerandolo, come il folle. Esistevano
molti folli in Israele all’epoca, ma quello di Gadarenes seppe
discernere e poi venerò il Signore, prostrandosi ai Suoi piedi,
riconoscendo in tal modo il Figlio del Dio vivente. Il
riconoscimento ed il discernimento del Figlio è il primo importante
passo per raggiungere la liberazione. Il riconoscimento del Cristo
interiore, non un Cristo posto in cielo, è la base sulla quale può
essere posta la nostra salvezza. Questo riconoscimento proviene
dall’Alto dal Padre, nella stessa maniera in cui rivelò il mistero a
Pietro. Pietro riconobbe l’identità di Gesù Cristo, come Figlio del
Dio vivente, sin dal principio con il Padre; aveva ricevuto questa
rivelazione da Dio. Non lasciamoci mai trascinare dall’idea che se
Gesù fosse qui oggi, potremmo riconoscerlo per la Sua vera
identità; ciò succede tramite la rivelazione ed è un dono di Dio,
che funge da possessore della chiave che potrà aprire ogni porta che
ci ha negato accesso al Suo Regno.
Nella Bibbia si legge
che il folle venerava Gesù e ricevette pertanto la liberazione. A
questo punto, qualcuno potrebbe chiedersi come si possa venerare
Dio. Lo si fa andando in chiesa? Lo si fa digiunando per giorni?
Facendo delle offerte e pagando le tasse? Lo si fa seguendo dei
codici sull’abbigliamento, come coprirsi il capo come dei veli o
indossando delle gonne lunghe? Oppure specializzandosi nelle lettere
bibliche e nelle dottrine degli uomini o identificandosi con le
visibili strutture della terra? La risposta a tutte queste domande è
un GRANDE NO. Veneriamo Dio innanzitutto, riconoscendo il Cristo
interiore ed anche sottomettendoci a Lui. Cristo è Spirito e quelli
che Lo venerano, devono farlo nello Spirito e nella verità. Egli è
lo Spirito (2 Corinzi 3:17), è la verità (Giovanni
4:6); conformarsi al Cristo interiore e mantenersi in Lui, è
l’unico vero modo di venerazione che piace a Dio.
Venerare Dio significa anche
riconoscere quello stesso Spirito in tutti gli uomini e farvi
riferimento: questo è quanto Dio ci chiede, deliziando la nostra
vita con la verità.
Acquisire la vera perfezione in Cristo
significa ascendere spiritualmente alla sacra collina di Dio,
nell’attimo in cui abbandoniamo la nostra identità di carne e sangue
per conformarci all’uomo interiore dello Spirito. Soltanto allora
potremo incontrare il Signore, ed unirci in uno con Lui, ottenendo
così la liberazione dalla vecchia natura corrotta, entrando in
quell’incorruttibile corpo del Figlio del Dio vivente.
Nel diagramma che potete osservare qui
in basso, intendo dimostrare la misteriosa ed eterna opera di cui
Dio vuole comunicare, rivolgendosi a quelli che hanno orecchie per
percepire cosa sta facendo in questo momento.
Quando il folle ricevette la sua
liberazione, Gesù mandò via gli spiriti maligni che l’avevano
posseduto, mandandoli da alcuni maiali che mangiavano ai piedi della
montagna. Entrando, i maiali furono sommersi dall’acqua del mare, in
cui annegarono e perirono. Chiaramente, lo Spirito Santo non ha
inserito tale episodio nella Bibbia inutilmente; Dio
ha un messaggio profondo che dovrebbe fungere da monito per gli
uomini, mentre la Parola della verità prosegue il proprio percorso.
Noi discerniamo e comprendiamo i
pensieri di Dio, mediante le cose che sono state create. Quando
vediamo gli animali, in realtà, agiamo attraverso una interiore
vista spirituale, penetrando nello stato umano. Gesù fu chiamato
l’Agnello di Dio per la Sua innocenza e gentilezza, fu chiamato il
Leone della tribù di Giuda, perché lottò e sconfisse i poteri delle
tenebre, e da allora regna come re. Gli scribi ed i Farisei che si
opposero a Gesù, erano come i serpenti, a causa della loro rozza
natura. Perciò, quando leggiamo dei maiali che si nutrono ai piedi
della montagna in Luca 8:32, significa che Dio indica
una categoria di persone. I maiali in questione rappresentano gli
uomini carnali che rammentano bene le cose terrene, rifiutando di
vedere la celeste visione del Signore. Una volta Gesù disse: “Non
date le vostre perle ai porci, a meno che le calpesteranno e si
scaglieranno contro di voi”.
Gesù intendeva dire che non occorre
cercare di convincere certi uomini in merito al prezioso dono e le
verità sul Regno di Dio, perché tenteranno di portarvi via la
vittoria perseguitandovi. I porci continuano a guardare a terra,
preferendo dei luoghi sudici e fangosi. Essi rappresentano gli
uomini di questo mondo che non danno importanza né accettano la
verità, preferendo vivere nella menzogna. Lavare un maiale, vi
assicuro, è inutile in quanto l’animale tornerà immediatamente nel
fango, così come ci sono degli uomini che si ribellano alla verità,
rifiutando di riconformarsi alla loro vera forma spirituale in Dio,
preferendo restare ancorati all’inganno della carne e sangue
dell’uomo mortale.
Possiamo percepire in due modi, cosa
avvenne ai porci, che vennero gettati da uno scivoloso pendio, giù
in mare dove morirono.
Per primo,
possiamo interpretarlo come ciò che avviene dentro di noi, quando
uniamo in uno spirito con il Signore, cioè ogni trace di carnalità
dentro di noi saranno totalmente distrutti, affinché possiamo
camminare nella totalità della Sua natura celeste. In questa realtà
spirituale, possiamo camminare di nuova nella piena gloria del
figlio di Dio, che rimane il standard ovvero marchio di perfezione
per tutto l’eternità. In Cristo, che è anche la nuova creazione che
attendiamo con pazienza, la fonte infinita dell’iniquità dentro, che
è caratteristico dell’uomo mortale, verrà celata, affinché possiamo
camminare con una coscienza pura dinnanzi al Padre. Finché questa
fonte dentro uomo è celata, egli possa regnare di nuovo nella
gloria di Dio, senza alcune colpa ovvero nudità, poiché
l’ingannatrici che lo accusa dinnanzi al Padre non ci sarà più. In
quel giorno, possiamo confessare come Gesù che il Principe di questo
mondo viene, ed esso non ha nulla in me. Il segreto di
quest’altissimo livello di liberazione è la nostra obbedienza alla
croce di Gesù Cristo, sottomettendoci al cento percento allo
Spirito, e negando la vita carnale che abbiamo vissuto
nell’ignoranza.
In un altro modo,
possiamo definire, Il mare come la fossa profonda e senza fine in
cui precipita l’umanità, cioè quelli che non conoscono Dio; si
tratta del reame dello sprofondamento eterno dell’incredulità, in
cui l’uomo, nel suo stato oscuro finisce per perire. Essi
precipitano sempre più in basso, allontanandosi sempre più dalla
luce dei viventi. E’ come venire estraniati sempre di più dalla
vostra fonte di vita e gioia. Giona è un esempio di coloro i quali
si ribellano alla Parola di Dio e precipitano nella fossa della
distruzione, finendo poi nella prigione della morte.
Il mondo intero sta continuamente
sprofondando e perendo in tale fossa, ma ringraziamo Dio per il Suo
amore verso i figli degli uomini. Chiunque abbraccerà Gesù,
guardando alla Sua croce e crederanno, non moriranno ma avranno la
vita eterna. Saranno portati via dai cancelli della morte, per
dirigersi verso quelli della vita nella Celeste Gerusalemme a Sion.
(Giovanni 3:13-17)
Fratelli, la distruzione è il percorso
di tutti quelli che non crescono spiritualmente in Cristo; tale è la
conseguenza per chi non ascolta la chiamata di quest’ora. Se un uomo
disobbedisce a Dio, è la sua incredulità che lo conducono allo
scivoloso percorso che porta alla distruzione (Salmi 73:18 18)
. Comunque, non cambia chi siete in relazione a Dio ed il Suo Regno,
ciò non cambia che siete i figli del Dio vivente; soffrirete solo a
causa della ribellione verso di Lui, fino a quando deciderete
finalmente di obbedirgli, proprio come fece Giona. Rivolgendosi a
tutti gli abitanti del pianeta, la chiamata chiede loro di riunirsi
sul Monte Sion e sottomettersi al Signore. La sottomissione causa la
purificazione e l’elevazione nella statura gloriosa di Gesù Cristo,
grazie a Dio, che ci conduca alla vita.
Quando l’uomo rifiuta la rivelazione
della verità di nostro Signore Gesù, ottiene la menzogna e finisce
nella distruzione; Paolo ne parla in Romani 1.
Fratelli, concentratevi bene sulle parole di Paolo, nel
Capitolo 1 di Romani: sono infatti molto
importanti, proprio perché costituiscono una rivelazione. Quando
l’uomo rifiuta la rivelazione della verità proveniente dal Signore,
viene sopraffatto dalla menzogna; è come la mente malata che finisce
nella scivolosa fossa della distruzione. Dio non deve scendere dal
Cielo per colpire le persone con i tuoni; come scrive Paolo, quelli
che seminano la carne, mieteranno la morte
[Galati
6:8].
La maggiore incredulità fa parte di quelli che non si sottomettono a
Cristo. O uno si sta ottenendo la salvezza in Cristo o sta perendo
nella ignoranza della Sua esistenza carnale, non c’è altro posto;
abbiamo anche caldo o freddo in Lui. E’ come scalare una montagna,
nessuno si ferma a metà strada, restando lì; dovete percorrere la
via per la vita eterna o discendere nella fossa della profonda
ignoranza.
Sottomettendosi a Cristo, ricevendo di
conseguenza la guarigione, il folle che era nudo, venne trovato
vestito dagli abitanti del villaggio
[Luca
8:35].
Ciò significa che, la gloriosa copertura di Dio, che andata perduta
con la trasgressione adamitica, è stata riportata al suo posto. Si
tratta, a questo punto, di una coscienza estremamente sacra a cui si
aggrappano quelli che sono stati liberati, perdendo la conoscenza
del proprio io, agendo nella coscienza di Cristo. Senza
quella copertura, nessuno può avvicinarsi al Padre, per la vergogna:
tale è la realtà di quelli che vivono secondo la carne. Per
ulteriori approfondimenti in merito alla copertura, potete leggere
l’articolo intitolato: ACQUISTANDO LA CONOSCENZA DI CRISTO.
Colui che era un folle, che è stato
liberato dall’influenza degli spiriti maligni, era finalmente in
pace, ai piedi di Gesù, sfruttando i suoi sensi giusti. Quell’uomo
possedeva ora la mente di Cristo, e poteva fieramente confessare la
sua uguaglianza ed unità con Dio. Qualsiasi altro ragionamento non
reggerebbe il passar del tempo, visto che c’è un’unica entità che
sopravvive, il Signore degli eserciti. Con questo, si vuole indicare
il fatto che in Cristo, quest’uomo è in pace, sapendo pienamente che
tutto quello che appartiene al Padre, appartiene anche a Cristo Sua
amato figlio. Non potrà più essere attaccato dalle innumerevoli voci
dell’incredulità che governano i regni degli uomini mortali, perché
resta fermo nel Padre. Fratelli, il Signore ci ha donato la mente
sana di amore, potere, coraggio, ed illimitata Fede; ancora una
volta, tutto ciò che ci viene derubato, sarà ristorato.
2Timoteo 1:7 Dio non ci ha donato lo
Spirito della paura; ma quello del potere, dell’amore, e una mente
sana.
A questo punto, qualcuno potrebbe
chiedere di cosa siamo derubati. Siamo derubati della cosciente
conoscenza della nostra unità con il Padre; come conseguenza,
proviamo un infinito senso di separazione dal Dio vivente.
In Israele dell’epoca, gli studenti si
radunavano ai piedi dell’insegnante, ascoltando le sue lezioni. Così
avverrà a Sion, dove saremo costantemente illuminati sulle cose che
riguardano la vita. L’atto di sottomissione e di seguire in quanto
discepoli è dimostrato nella posizione del folle, posto ai piedi di
Gesù [Luca
8:35].
Quando ascolteremo la chiamata, dovremo tutti sottometterci al
Cristo, per poter così ottenere la liberazione. Quando emergerà e
regnerà nei nostri cuori, nei nostri pensieri e in ogni aspetto
della nostre vite, soltanto allora guariremo. Deve regnare in noi,
fino a quando ogni cosa in noi non sarà soggetta a Lui, dopodichè,
la morte, il più grande nemico, sarà distrutta, perché in Cristo non
ci sono tenebre. Tutto ciò per farci comprendere che dovremo
riunirci con la mente dello Spirito, in quello che Paolo definisce
una conformazione a Cristo, non più una conformazione a questo
mondo.
Gesù disse all’uomo di tornare a casa,
dopo che ebbe finito la Sua opera di liberazione su di Lui.
L’uomo, che era senza casa ed abbandonato, tutto solo al mondo,
lasciato girovagare senza meta tra le tombe, aveva ora finalmente
una casa ed una famiglia[Luca
8:26].
Pertanto non era più come un orfano e solo. La casa e la famiglia a
cui ci riferiamo, non sono altro che il corpo di Cristo che
risplende per tutta l’eternità. Risvegliandoci, scopriremo una nuova
amorevole famiglia sia in Cielo che in terra, unendoci ad entrambe
in un legame di unità ed amore, che non si spezzerà mai. Più nessuno
si sentirà abbandonato e trascurato, perché molti saranno con noi
nella stessa casa, non più in questo mondo tenebroso.
Vi auguro abbondante pace ed amore,
Trevor Eghagha