LA FINE DI OGNI CARNE È GIUNTA DAVANTI A ME
L’“Io” dentro l’uomo è Dio. Questo è il mistero dei misteri che il servo del Signore chiama “Cristo in voi, la speranza della gloria.” Quale gloria? La gloria del Dio vivente – una gloria che appartiene al Signore e al Signore soltanto. Solo il Signore Dio eredita la gloria, la potenza e l’onore, poiché essi sono Suoi e solo Suoi.
Ma perché Dio eredita l’onore e la gloria che già Gli appartengono? Perché Egli ha messo da parte la Sua gloria ed è disceso in uno stato umile e impoverito chiamato “l’uomo della terra.” Si è fatto inferiore allo stato angelico incorporeo, assumendo la mortalità per sperimentare i limiti dell’inferno e della morte.
Lo stesso Signore che è disceso dal cielo è lo stesso Signore che salirà in alto, tornando alla Sua gloria. Perché nessuno sale in alto se non Colui che prima discende dallo stesso luogo.
L’uomo, caduto in uno stato di sonno profondo, diventa inconsapevole di Colui che dimora dentro di lui – il Dio vivente. Egli esteriorizza Dio, ignorando che Egli è il nucleo stesso del suo essere. La missione di ogni uomo che ha assaporato questo sonno di morte è risvegliarsi alla verità: “Io sono Dio, e Io erediterò ogni cosa.”
La Parabola di Noè
La enigmatica storia di Noè è più di un semplice racconto storico; è una parabola di come Dio crea l’uomo della terra conformandosi al regno terreno. Rivela anche come, in un atto chiamato pentimento, Dio distrugge ciò che ha creato e forma una nuova creazione, nella quale Egli ascende.
“Ricordate, Io faccio tutte queste cose: Io uccido e do la vita; creo le tenebre e formo la luce. Io sono Colui che opera, e fuori di Me non c’è nessun altro.”
I figli di Dio nei giorni di Noè, che discesero per unirsi alle figlie degli uomini, rappresentano un enigma di come l’uomo mette da parte la sua gloria divina nel Dio vivente per essere conformato al terrestre. I figli di Dio sono creature pure di luce che non si mescolano con la carne e il sangue. Per unirsi alla carne e al sangue, un figlio di Dio deve abbandonare il suo stato originario in Dio.
Questi sono gli angeli che non hanno preservato il loro primo stato, ma si sono corrotti mescolandosi con la carne e il sangue. Così facendo, sono diventati prigionieri del peccato e della morte.
I rettili e le bestie che erano sulla terra rappresentano la natura bestiale e istintiva che l’uomo assume nella sua discesa nella mortalità. Ciò è evidente nella lussuria, superbia, contesa e insubordinazione della natura dell’uomo terreno. Questa bestia non può essere domata finché l’uomo dimora sulla terra.
I giganti, gli uomini potenti, gli uomini di fama – la progenie dell’unione con la carne e il sangue (le figlie degli uomini) – sono coloro che regnarono con violenza e malvagità sulla terra nei giorni di Noè. Essi sono il simbolo dell’uomo del peccato, che finge di essere Dio sulla terra. Questo è l’abominio che causa desolazione, distruzione e dolore.
Noè: Il Risveglio del Figlio di Dio
Noè è il figlio di Dio che ritorna in sé – colui che, in silenziosa meditazione, attraverso gli occhi dello Spirito (Dio), osserva il male sfrenato e la tendenza al peccato che avvolge l’esistenza mortale dell’uomo. Egli vede che non c’è rimedio per l’uomo finché dimora sulla terra e discerne la dolorosa fine e l’annientamento del suo regno sulla polvere.
Prevede come le onde di menzogne e illusioni travolgeranno gli uomini, trascinandoli lungo un sentiero scivoloso verso un dolore, un lutto e una morte sempre crescenti. Vede come l’uomo viene improvvisamente privato di tutto ciò che pensa di essere e di possedere.
Noè si pente di ciò che ha portato su se stesso conformandosi al terrestre. Nel pentimento, egli si volge dalle opere corrotte delle sue mani e ritorna alle sue opere originarie come figlio di Dio – ristabilendo la sua vera natura nel divino.
Il Pentimento di Dio e il Ritorno del Figlio Prodigo
Il pentimento di Dio e la Sua decisione di distruggere tutto ciò che ha creato riflettono la decisione del figlio prodigo di Dio, che proclama:
“Mi alzerò dalla vita mortale e salirò al mio stato originario nel Padre.”
“La fine di ogni carne è giunta davanti a me” è la confessione del figlio che abbandona la sua esistenza mortale per tornare a Dio – la sua vera vita.
L’Arca: Il Cammino della Fede
Costruire e entrare nell’arca è l’arte di esercitare la fede, allineandosi con il celestiale, come era all’inizio. Dimorare nell’arca rappresenta vivere per fede nello Spirito e operare per lo Spirito. Questo richiede pazienza, coraggio e un’incessante confessione della fede.
Avendo visto il modello celeste del Regno di Dio e compreso che tu provenivi da lì, puoi iniziare la tua ascesa camminando nella nuova e vivente via.
La mano invisibile di Dio, anche chiamata il potere della risurrezione, solleva il Figlio in alto fino al culmine della creazione di Dio, dove egli riscopre il suo dominio e la sua potenza. In questo stato elevato, l’uomo ritrova la sua vera immagine di luce e la somiglianza con Dio – uno stato di pura perfezione e accesso illimitato alla gloria di Dio.
Tutti coloro che raggiungono questa dimensione di vita piacciono a Dio. Essi vivono e camminano nella luce dei sette Spiriti di Dio, come dimostrato nell’arcobaleno apparso nella nuova creazione. Coloro che si risvegliano diventano partecipi della dolce comunione dell’amore e regnano con potenza e dominio su ogni cosa di epoca in epoca.
Chi ha orecchi per udire, ritorni a Dio – la vera vita di ogni uomo.
Ho creduto, e quindi l’ho confessato camminando in questa nuova realtà per fede.
Amen.